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Industria 4.0 a misura di PMI è il migliore antidoto alla deindustrializzazione

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Nasce sotto i più promettenti auspici l’impegno di Confapi Cuneo a insediare la propria sezione provinciale di Unionmeccanica che sarà presieduta dal dirigente di Sea Experience (Guarene) Paolo Cantelmi. Infatti, è recente l’approvazione definitiva, da parte della base associativa delle varie sigle sindacali del lavoro, del contratto collettivo nazionale che, dalle circa 1500 e più aziende metallurgiche meccaniche di dimensione PMI associate, è destinato a produrre i propri benefici effetti all’indirizzo di oltre 36.000 imprese per un totale occupazionale superiore ai 600.000 addetti.

 

Come per il settore agroalimentare – commenta il presidente Pierantonio Invernizzi – così anche per quello metalmeccanico le nostre rappresentanze nazionali sono addivenire a un accordo di efficacia ben più estesa della nostra pur crescente base associativa. La sfida, per entrambi questi settori che si stanno confermando fondamentali per un ripresa economica generale da consolidare nei prossimi dodici mesi perché diventi strutturale, è di sensibilizzare le imprese interessate sulle potenzialità offerte dagli accordi realizzati in una sinergia collaborativa piena con le organizzazioni del lavoro. Proprio per questo, fra circa un mese daremo luogo alla presentazione ufficiale di Unionmeccanica con l’obiettivo di portare nella Granda il suo presidente nazionale, Gian Piero Cozzo, artefice del grande traguardo contrattuale conseguito”. A proposito di prospettive del metalmeccanico in genere, il presidente Invernizzi si sofferma sul capitolo degli aiuti all’industria 4.0: “Quando alle nostre imprese il Governo ha chiesto un atto di responsabilità, invitando le stesse ad avviare congrue politiche di investimento e di ammodernamento aziendale, questo impegno è stato da parte nostra adempiuto, con evidenze statistiche e reali. Come​ più volte abbiamo ribadito, il settore delle PMI, a torto tutt’ora definito “indotto” con un termine assai limitativo, deve poter beneficiare di quei sostegni in maniera più diretta e con pari dignità rispetto ai gruppi maggiori, perché ha dimostrato, anche nella nostra provincia, di esprimere eccellenze che, nel contesto di laboratori o di piccoli capannoni, sono in grado di garantire forniture tecnologicamente ultra-qualificate alla grande industria. Anche perché puntare sulla ricostituzione di un circuito di PMI, destinatarie di strumenti in grado di ridurre, e stabilmente, la pressione fiscale e burocratica su di esse, nella formazione e assunzione del personale oltre che nell’acquisizione di tecnologie, rappresenta il migliore antidoto ai fenomeni di delocalizzazione e deindustrializzazione che, contrariamente a una corrente di pensiero diffusa, non sono per nulla ineluttabili“.

 

Metalmeccanico e agroalimentare sono, dopo l’agricoltura, i comparti a maggiore intensità di assunzioni anche nel primo semestre di quest’anno in provincia – conclude Invernizzi – e in questo contesto si colloca la nascita di Unionmeccanica nella Granda, perché la piena valorizzazione delle PMI è il migliore antidoto al rischio di grandi crisi cicliche di settore“.

 

Qualche numero: nei primi sei mesi di quest’anno, pur in un contesto di incentivi pubblici calanti, il settore metalmeccanico ha espresso oltre 5200 assunzioni e quello agroindustriale oltre 4000, con una crescita del tempo indeterminato, “a conferma di una volontà di investire a prescindere dagli aiuti pubblici. Le PMI hanno espresso un contributo di qualità a questo risultato, ora gli incentivi vanno resi accessibili e stabili a favore delle stesse, e queste cifre sono destinate a crescere almeno del 50 per cento”.

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