Niente più contanti, a partire da gennaio, per pagare il ticket per le prestazioni sanitarie alle Asl Cn1 e Cn2. Un passo importante verso l’informatizzazione di un servizio “rimasto troppo indietro rispetto ad altre realtà”.
Lo hanno spiegato, nel corso di una conferenza stampa, il direttore generale Francesco Magni e il direttore amministrativo Angelo Pescarmona. “C’era l’esigenza di sburocratizzare e di ridurre il maneggio di denaro da parte dei nostri dipendenti – ha spiegato Magni -: così diventa tutto on-line, crediamo che questo sia un servizio importante e soprattutto un’opportunità in più per i cittadini”.
E chi non ha dimestichezza con la tecnologia o non ha la possibilità di pagare se non con i contanti? Intanto per due mesi, fino al 31 dicembre, ci sarà ancora la possibilità di pagare con il vecchio metodo, oltre che con l’on-line, in modo da consentire ai cittadini di potersi abituare al nuovo servizio gradualmente. E poi, grazie ad una convenzione, resterà possibile pagare il ticket in contanti nelle farmacie al costo massimo di 1,50 euro. L’accordo, siglato insieme al presidente provinciale e regionale di Federfarma Massimo Mana, pone le farmacie sempre più al centro del processo sanitario.
“Questa modalità di pagamento, oltre a velocizzare il processo, informatizzandolo ed evitando così lunghe code allo sportello, rappresenta anche una semplificazione per quel che riguarda la deducibilità fiscale dalla dichiarazione dei redditi”, ha aggiunto Pescarmone. C’era bisogno di un’accelerazione sul fronte informatico da parte dell’Asl: basti considerare che in altre aziende sanitarie, come Asti ed Ivrea, il servizio è attivo già da 10 anni. La Asl Cn1 nel 2016 ha incassato quasi 9 milioni di euro di ticket: di questi, circa 5 milioni e 900 mila euro, quasi due terzi, sono stati pagati in contanti.
A fornire questi dati è stato Fabio Aimar, dirigente economico dell’Asl Cn1: “Con questo nuovo servizio i motivi per rivolgersi agli sportelli vanno a ridursi, con un risparmio sulle spese bancarie, come i 7200 euro all’anno per chi conta e controlla i soldi, e i 30 euro a busta per il servizio delle guardie giurate quando si deve ritirare il denaro nelle sedi più periferiche”.
Gabriele Destefanis