Home Cuneo e valli Lo ius soli arriva anche sui banchi del Comune di Cuneo

Lo ius soli arriva anche sui banchi del Comune di Cuneo

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Il gruppo consigliare Cuneo Solidale Democratica ha posto all’ordine del giorno del Consiglio comunale di lunedì 23 ottobre, la discussione sulla riforma della cittadinanza approvata dalla Camera dei deputati nell’ottobre 2015 e ora in attesa al Senato.

 

Questa riforma, nel tentativo di adeguare la normativa al contesto attuale, introduce principalmente due nuovi criteri per l’acquisizione della cittadinanza italiana per i minori di 18 anni: i cosiddetti ius soli temperato e ius culturae. Lo ius soli temperato si applica, previa richiesta di uno dei genitori, ai minori nati in Italia e con almeno un genitore con permesso di soggiorno di lungo periodo o diritto di soggiorno permanente. Lo ius culturae  invece riguarda i minori arrivati in Italia prima dei 12 anni che abbiano compiuto un percorso scolastico con esito positivo di almeno 5 anni o,  i maggiori di 12 anni che risiedano in territorio italiano da più di 6 anni e che abbiano completato un ciclo di studi con esito positivo.

 

Nell’ordine del giorno si invita dunque il Senato a procedere con l’iter di approvazione della riforma della cittadinanza. Si chiede inoltre che Sindaco e Giunta si impegnino affinché i nuovi Italiani siano accompagnati nello sviluppo dell’iter burocratico attraverso la consulenza e l’assistenza negli sportelli comunali, in collaborazione con quelli sindacali. Si invita infine il Consiglio Comunale ad impegnare l’Ente locale a promuovere, in collaborazione con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, iniziative finalizzate alla conoscenza dei diritti e dei doveri dei cittadini italiani e al rafforzamento della consapevolezza del valore della cittadinanza italiana per i nuovi cittadini di domani.
Queste richieste derivano dalla necessità di porre rimedio alle situazioni paradossali e intollerabili di bambini a cui non viene riconosciuto il diritto di cittadinanza (con la conseguente negazione di diritti civili e politici) nonostante siano nati e cresciuti in Italia, vivendola, di fatto, come nazione di origine, con conseguenze fortemente negative per il loro percorso di inclusione ed integrazione sociale. 

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