I Consiglieri regionali Conticelli e Barazzotto (PD): “Basta caccia nelle zone colpite dagli incendi”

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Occorre sospendere l’attività venatoria in tutte le zone della nostra Regione colpite da incendi anche oltre il termine del 5 novembre, previsto dall’assessorato, e limitatamente alla Val di Susa e alla Val Sangone. Gli animali sono stremati dalle fiamme e quelli sopravvissuti si sono riversati nelle zone limitrofe. Oltre alla necessità di evitare, a scopo precauzionale, che in tali aree siano presenti troppe persone“.

 

Questa la richiesta dei Consiglieri regionali Nadia Conticelli e Vittorio Barazzotto, che nella seduta consiliare presenteranno un question time per fare il punto sullo stato dell’avifauna alla luce dell’emergenza in cui si trova il Piemonte, in particolare la Valsusa ed il Canavese, oltre che in valle Stura e in val Varaita, nel Cuneese. “Dall’’inizio del 2017 si sta verificando nel nostro Paese, e anche nella nostra Regione – proseguono Conticelli e Barazzotto – una situazione meteorologica fortemente anomala,con prolungata ed intensa siccità, fino al divampare di numerosi e vasti incendi che hanno interessato diversi territori, distruggendo parecchi ettari di boschi e creando condizioni di forte criticità, anche per quanto riguarda la sopravvivenza della fauna selvatica e la gestione venatoria“.

 

Già nei mesi scorsi l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale aveva segnalato a tutte le Regioni l’opportunità di adottare misure di contenimento e limitazione dell’attività venatoria, in attuazione dell’articolo 19, comma 1 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), che prevede appunto che: “Le Regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità“.

 

Il 25 ottobre la Direzione regionale Agricoltura, Settore Conservazione e gestione della fauna selvatica e acquicoltura ha sollecitato i Comitati di gestione degli ATC e dei CA piemontesi, le Province e la Città metropolitana a sensibilizzare, per quanto di propria competenza, tutti i cacciatori a non recarsi nelle zone interessate da roghi e nelle relative aree limitrofe. Nell’ambito dei compiti del Comitato di gestione, come previsto dall’articolo 7 della Delibera di Giunta regionale n. 10-26362 del 1998 (Criteri ed indirizzi in ordine alla gestione della caccia programmata), c’è la possibilità di “proporre alla Giunta regionale la sospensione anche solo temporanea della caccia per aree e/o per specie determinate in deroga al calendario venatorio“.

 

Il 27 ottobre l’assessorato regionale competente ha approvato la sospensione temporanea, fino al prossimo 5 novembre, dell’attività venatoria per la tutela della fauna a causa della grave emergenza incendi che sta sconvolgendo la nostra Regione. “La salvaguardia del patrimonio avifaunistico rientra tra i compiti specifici della Regione –- concludono Conticelli e Barazzotto -– e richiede misure adeguate ai cambiamenti in atto nell’ecosistema, considerando la scarsità d’acqua che limita le possibilità degli animali di abbeverarsi, nonché l’impatto negativo sulla presenza di vegetazione. Tali condizioni mettono a repentaglio la sopravvivenza degli animali, che si trovano in condizioni di forte spavento e non hanno più rifugio. Occorrerebbe, pertanto, sospendere la caccia da appostamento temporaneo per evitare la concentrazione del prelievo presso i punti di abbeverata, oltre a limitare il carniere per tutte le specie selvatiche stanziali ed a sospendere i ripopolamenti a fini venatori. Occorrerebbe, altresì, pensare misure di contenimento dell’addestramento dei cani da caccia, che in una situazione così critica rischia di comportare un ulteriore ed inutile stress, soprattutto per gli ungulati e i galliformi“.