Il concerto è finito con tutto il pubblico in piedi ad applaudire. Calore ed entusiasmo: così Mondovì ha abbracciato il fenomeno delle percussioni Christoph Sietzen, lussemburghese, appena 25 anni.
“Adesso sappiamo perché viene chiamato il “talento del secolo””, le parole di Lutz Lüdemann, anima artistica del Festival dei Giovani Musicisti Europei. Il secondo concerto ha di nuovo fatto il pieno – nemmeno un posto libero nella Sala del Circolo di Lettura di Mondovì Piazza (fra il pubblico anche il direttore di “Repubblica” Mario Calabresi e parecchi giovani) -, e domenica 19 novembre tocca al Trio Karénine. Si continua con artisti di portata internazionale.
Il “tornado” Sietzen travolge il Festival
Un evento nell’evento: il “tornado” Sietzen travolge il pubblico del Festival con tutta la sua potenza. Come ricordato nell’introduzione dal Maestro Marco Ravizza, «Talenti come Sietzen sono riusciti a rielaborare il rumore (utilizzano anche percussioni improprie, anche dette “spazzatura”), facendolo diventare suono».
A 25 anni il lussemburghese Christoph Sietzen suona nelle più grandi sale di concerto di tutto il mondo e da tre anni insegna al conservatorio di musica e teatro a Vienna.
Con lui le melodie della musica classica (spesso arrangiate per marimba) incontrano l’energia del ritmo. Ma cos’è la marimba, uno dei suoi strumenti preferiti? Non dissimile dallo xilofono, viene detto “piano africano” ed è molto diffuso anche nel centro America. Nel concerto di Sietzen persino Bach può risuonare sui tasti della marimba. Ma lo show conosce pure momenti prettamente “ritmici”. Nel secondo brano, ad esempio, “lavora” tutto di rullante, utilizzandone ogni parte (persino l’asta che lo sostiene). E non basta: con le bacchette il giovane musicista percuote il pavimento, le sue scarpe. Ed è un tripudio di applausi. Uno spettacolo che è anche sforzo fisico (sulla marimba cade pure qualche goccia di sudore). Il pubblico apprezza, fino alla standing ovation finale. Sietzen ringrazia e concede il bis.
Foto Gianpiero Secco