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A Mondovì il 25 novembre giornata per dire “No alla violenza” | Esposizione di “Scarpe rosse”, ballo con le scuole di danza e convegno

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Nel pomeriggio di sabato 25 novembre anche a Mondovì, come in molte città italiane, viene celebrata la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Due i momenti di incontro, organizzati dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Mondovì, dal Centro di ascolto “L’Orecchio di Venere” e dal Comune di Mondovì e realizzati grazie al contributo della “Fondazione della Crc” e dell’Associazione “Rotaract-Cuneo Provincia granda”.

Il primo, alle 15, in piazza Mons. Moizo, davanti la Chiesa di Sant’Agostino, nel cuore del centro storico di Breo, dove è in programma lo spettacolo con le allieve di cinque scuole di danza: “Asd”, “Cravero moviment”, ”Good Vibes”, “La Terna” e “Studio 2”.
Il secondo, al termine, nella ex Chiesa di S. Stefano, dove si svolgerà il convegno “Basta vittime”. Interverranno – moderati dal giornalista Raffaele Sasso, referente della Comunicazione della CRI, del Comitato di Mondovì e del Comitato provinciale – Federica Cravero, giornalista de “La Repubblica”, per commentare i dati regionali e le attività di sostegno alle donne vittime di violenza, Rino Mele, dell’Associazione “UominIncentro”, a significare come la violenza di genere possa colpire anche gli uomini e Maria Avagnina, psicologa de “L’Orecchio di Venere”. Porteranno la loro testimonianza, anche le presidenti delle Associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa: Marta Servetti, del “Rotaract Cuneo-Provincia granda”; Maripina Bianchini della “Fidapa”, Loredana Prieri di “MONDOdìDONNA” e Maria Angela Schellino dello “Inner Whell Club”.
In apertura è previsto l’intervento del sindaco di Mondovì, Paolo Adriano.
Nel tratto di strada di via Sant’Agostino, dalla piazza all’ex Chiesa di Santo Stefano verranno esposte le “scarpe rosse”, che tutte le donne potranno portare, in quanto diventate, in tutto il mondo ed anche in Italia, il simbolo contro il femminicidio e la violenza. Un modo concreto per esprimere solidarietà a chi si è ritrovata a subire maltrattamenti o atti di brutalità, in ambienti diversi.
«Il Centro di ascolto, “L’Orecchio di Venere” – spiega S.lla Giuliana Turco, Ispettrice del Corpo delle Infermiere volontarie della Cri di Mondovì e responsabile dell’Associazione – nacque tre anni fa sotto l’egida della stessa CRI. Ha sede presso la Croce Rossa di Mondovì e offre accoglienza, ascolto, orientamento e sostegno a tutte le persone (donne, bambini, anziani, uomini) che attraversano un momento di disagio e confusione legati a fenomeni di violenza subita, praticata od assistita e che temano per se e per i loro cari, ascendenti o discendenti, di cadere nel vortice della violenza. Opera in sinergia con i Servizi Sociali e Sanitari, con le Forze dell’Ordine e con le Associazioni di Volontariato. E quest’anno abbiamo voluto portare la testimonianza anche di una Associazione che assiste gli uomini, come soggetti sia attivi che passivi, a dimostrare che la violenza possa coinvolgere tutte le persone».

Le scarpe rosse “Zapatos Rojos” sono nate come progetto d’arte pubblica dell’artista messicana Elina Chauvet, che nel 2009 espose la sua installazione di 33 scarpe rosse a Ciudad Juárez, la città dove il tasso di femminicidio è così elevato da essere definita “la città che uccide le donne”. E dal Messico si è estesa, al mondo intero.

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