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Caccia sospesa oltre il 30 novembre nelle valli cuneesi colpite da incendi boschivi | Le zone interessate dal provvedimento sono quelle di Sambuco, Pietraporzio, Bellino, Casteldelfino e Pontechianale

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Immagine di repertorio

Il comprensorio Valle Stura è uno degli ambiti di caccia in cui è in vigore il divieto di caccia stabilito dalla Regione dopo gli incendi che hanno distrutto 350 ettari di boschi e pascoli tra Sambuco e Pietraporzio.

In provincia di Cuneo il provvedimento riguarda anche alcune zone dei comuni di Bellino, Casteldelfino e Pontechianale. A titolo precauzionale la giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi una delibera, presentata dall’assessore Giorgio Ferrero, che prolunga di alcuni mesi il divieto, inizialmente stabilito fino al 30 novembre, portando avanti fino al termine della stagione venatoria.

Il nuovo provvedimento riguarda: in provincia di Torino, i territori dei Comuni di Bussoleno, Caprie, Cumiana, Giaveno, Locana, Mompantero, Novalesa, Persero, Ribordone, Roure, Rubiana, Sparone, Traversella, Pramollo, Chianocco, Venaus, Susa, Vistrorio, Ruglio, Cantalupa e Frossasco ricadenti nei comprensori alpini TO1, TO3 e TO5; in provincia di Cuneo, alcune zone dei Comuni di Bellino, Casteldelfino, Pontechianale e della Valle Stura.

 

La decisione regionale, finalizzata a dare respiro alla fauna nelle zone colpite dagli incendi, divide le categorie. Da un lato c’è l’approvazione delle associazioni animaliste e ambientaliste, dall’altra c’è la contrarietà dei cacciatori e di parte del mondo agricolo che chiedeva una piena ripresa dell’attività venatoria per la proliferazione dei selvatici che arrecano gravi danni alle coltivazioni.

Si ricorda che con un successivo provvedimento e allo scopo di permettere il riformarsi di un equilibrato ecosistema, la regione provvederà nei prossimi mesi a ridefinire il terreno direttamente toccato dagli incendi su cui non si potrà cacciare per dieci anni.

 

c.s.

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