Il festival Cambi di Stagione, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, conclude il cartellone 2017 con un appuntamento invernale della sezione Inside, dedicata al tema della notte, diretta dall’Orchestra Musica Manens e nata per avvicinare il grande pubblico all’ascolto della musica classica.
Giovedì 14 dicembre (ore 21), presso l’Auditorium della Fondazione (via Marconi 16, Monforte d’Alba), il concerto dal titolo Notte di prodigio aprirà le porte all’inverno con la Corale Civica Musicainsieme della città di Chieri, ensemble vocale, che – insieme con alcuni elementi dell’Orchestra Musica Manens, diretta da Andrea Damiano Cotti – eseguirà brani tratti dal repertorio classico, presentando una scelta di composizioni di M. Prateorius, J. S. Bach, Tomàs Luis De Victoria, H. Howells, B.Britten, affiancati a brani natalizi della tradizione popolare.
Sul palco, l’attrice Valentina Padovan, coadiuvata da Alessandro Tollari, arricchirà l’esecuzione musicale con intermezzi che evocheranno le atmosfere invernali, dando voce alla più alta letteratura ispirata all’Avvento, nonché al tema del notturno: dai Vangeli canonici ai Vangeli apocrifi, dalle opere di Francesco Petrarca a Rainer Maria Rilke ed Erri De Luca, nella volontà di contemplare l’episodio della Natività da diverse prospettive. La grande potenza espressiva della notte invernale abita potentemente l’immaginario collettivo della nostra cultura, dal Medioevo al Romanticismo all’età contemporanea: Notte di prodigio ricalca le tappe e i tentativi di avvicinamento della grande musica al mistero della notte di Natale, considerata la notte enigmatica e arcana per eccellenza, poiché sconvolge le leggi fisiche presentandosi come luminosa, associata alla nascita e non – come il luogo comune vorrebbe – all’oscurità e alla morte.
L’ingresso è gratuito. Seguirà un brindisi di auguri e la possibilità di visitare la mostra di Renato Brazzani Prospettive variabili, una personale dedicata alle diverse stagioni attraversate dall’artista tra gli anni Settanta e il 2010: la lunga serie delle anamorfosi; il ciclo Oceano, dominato da un blu tenebroso; le opere con inserti lignei Totem, Trofei e Scudi, dal richiamo tribale e ancestrale; le oniriche Sedie Thonet, di derivazione pop e iperrealista.
La notte è un tempo inoperoso ed è, per questo, da sempre legata al ritrovo, al rito sociale, alla condivisione. Essa acceca il nostro primo senso, la vista, e fa emergere gli altri. Di notte il moto ondulatorio della luce non impegna l’etere, che può esser attraversato indisturbato dal suono e dal profumo. La notte si chiude attorno a noi e ci invita a esplorare il nostro universo interiore, che scopriamo infinito come e più del mondo che ci circonda. Al centro delle complesse sensazioni, delle leggi fisiche, dei risvolti psicologici che suscita l’oscurità, si pone il linguaggio dei suoni: la musica. Essa redime il tempo dell’inoperosità nella festa e nella danza, offre una possibilità comunicativa profonda a prescindere dal mondo delle immagini, reificando il mondo intimo, del sogno, della chimera, altrimenti destinato a svanire nel nulla alle prime luci del giorno. Orchestra Musica Manens.