I carabinieri della Compagnia di Bra e della stazione di Canale hanno denunciato per “false dichiarazioni a un pubblico ufficiale sulle qualità proprie e permanenza illegale nel territorio dello Stato”, un ventottenne senza fissa dimora, artigiano, di nazionalità marocchina.
L’uomo è stato fermato dai carabinieri mentre stava per contrarre matrimonio civile, in comune a Canale, con una quarantaquattrenne di Canale, originaria della Romania, badante, con un divorzio alle spalle, deferita anche lei. I carabinieri della stazione di Canale avevano tenuto d’occhio la coppia fin dal momento in cui erano apparse, qualche settimana prima, le pubblicazioni di matrimonio previste per legge.
Secondo la ricostruzione dei militari, tra i due, dopo essersi conosciuti ‘virtualmente’ tramite un Social network, non c’erano state frequentazioni tali da suffragare l’effettiva volontà di unirsi in matrimonio. Oltre al rito in municipio, infatti, la coppia non aveva previsto alcuna delle forme di “festeggiamento” che solitamente accompagnano il matrimonio: né ricevimento, né fiori.
Assenti tutti, perfino i parenti stretti degli sposi, ad eccezione dei testimoni necessari per celebrare l’unione. La cerimonia, davanti al sindaco di Canale, è stata interrotta da un blitz dei carabinieri, i quali avevano verificato come i due convenuti, prima di allora, si erano conosciuti solo virtualmente, ‘in chat’, poche settimane prima, mentre fisicamente si erano incontrati una volta, pochi giorni prima della celebrazione. Inoltre non parlavano la stessa lingua. Scopo del falso accordo sarebbe stato -verosimilmente- la regolarizzazione della permanenza dell’uomo sul territorio nazionale, in vista della scadenza del suo permesso di soggiorno.
Per entrambi è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti. La donna adesso dovrà rispondere di “false dichiarazioni a un pubblico ufficiale sulle qualità proprie” e “favoreggiamento della permanenza illegale di uno straniero nel territorio dello Stato Italiano”. Le indagini dei carabinieri proseguono per individuare eventuali casi analoghi e gli intermediari che avrebbero “combinato” l’incontro.