In occasione del 30° Raduno Aerostatico dell’Epifania, che dal 5 al 7 gennaio prossimi colorerà i cieli sopra Mondovì con mongolfiere provenienti dall’Italia e dall’estero, la mostra PRIMA DELLE CERAMICHE: I GESSI DELL’ARCHIVIO LENCI si arricchisce di una nuova opera.
Dal 4 gennaio sarà infatti possibile ammirare anche la celebre “Scalata alle stelle” di Mario Sturani, che unisce idealmente il Museo della Ceramica di Mondovì e la collezione Lenci ai cieli monregalesi solcati dalle mongolfiere. Giovedì 4 gennaio, inoltre, il Museo della Ceramica ospiterà l’arrivo della sfilata degli equipaggi dopo il defilé per il centro storico, con una visita guidata gratuita aperta anche al pubblico dalle ore 18.30.
ALLA SCOPERTA DEI GESSI DELL’ARCHIVIO LENCI
Passare un giorno di festa diverso dal solito, un sogno che diventa realtà con il percorso alla scoperta dei gessi dell’Archivio Lenci, vere e proprie opere d’arte che raccontano lo spirito del tempo, il gusto moderno e le tendenze dell’arte contemporanea, ma anche la moda e l’immaginario dei primi decenni del Novecento. Fino al 4 febbraio il Museo della Ceramica di Mondovì accoglie infatti oltre 40 gessi Lenci scelti dalle curatrici Andreina D’Agliano e Christiana Fissore tra i 1122 pezzi della collezione Vaccarino-Listro.
La mostra sarà visitabile anche il 5 e 6 gennaio dalle ore 15 alle 18, domenica 7 gennaio osserverà invece un orario prolungato dalle 10 alle 18.
I gessi dell’Archivio Lenci, esposti senza l’accostamento dell‘opera ceramica policroma, richiamano non solo i diversi processi esecutivi che portarono alla loro creazione ma acquistano una loro valenza scultorea indipendente. Se nelle ceramiche Lenci si fondono echi futuristi, art déco e cubisti, arti decorative, pittura e scultura, ispirazioni mitteleuropee e un non so che di tipicamente torinese, i gessi preparatori, nei quali si conservano anche idee mai realizzate, rappresentano un vero e prezioso archivio di fabbrica.
Tra il 1928 e il 1937 la manifattura Lenci coinvolse artisti come Mario Sturani, Felice Tosalli, Giovanni e Ines Grande, Sandro Vacchetti, Claudia Formica, Abele Jacopi, Nillo Beltrami, Giulio Da Milano mettendo a loro disposizione le possibilità espressive della ceramica. La produzione artistica Lenci, testimone del ricco tessuto artistico torinese di quegli anni, era eterogenea per stile e temi e l’esposizione riflette questa varietà affiancando i divertenti bambini e le conturbanti figure femminili di Sandro Vacchetti alle favole stilizzate di Mario Sturani, i realistici animali di Felice Tosalli agli idilliaci contadini di Giovanni Grande, le tornite figure di Gigi Chessa alle le signorine alla moda di Elena Scavini.
Coniugando cultura imprenditoriale, raffinate tecniche produttive e altissimo valore artistico la Manifattura Lenci ha prodotto capolavori dell’arte decorativa italiana e rappresenta un momento rilevante dell’arte, dell’industria e della cultura piemontese fra le due guerre.
A quindici anni dalla definitiva chiusura della Lenci, l’esposizione ospitata nelle prestigiose sale di Palazzo Fauzone di Germagnano, sede del Museo della Ceramica di Mondovì, intende anche sottolineare l’importanza di questa raccolta, preservata dalla dispersione grazie all’impegno dei due collezionisti, ma per la quale è ora necessario quello delle istituzioni affinché questo patrimonio, giunto a noi nella sua quasi totale integrità, possa essere tutelato, valorizzato e messo a disposizione degli studenti, degli artisti, dei creativi e del pubblico.
Il Museo della Ceramica di Mondovì, nato dalla collaborazione tra il Comune di Mondovì e la fondazione Museo della Ceramica “Vecchia Mondovì” col sostegno del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, delle Fondazioni della Cassa di Risparmio di Cuneo e della Cassa di Risparmio di Torino, si fa dunque promotore di questa meritoria operazione per assicurare alla raccolta dei gessi Lenci una sede stabile possibilmente all’interno del Museo della Ceramica, andando ad arricchire le collezioni di un’istituzione che raccoglie e racconta due secoli di storia artigianale e artistica, industriale e culturale e che grazie all‘Unità Operativa aperta all’interno del Museo, in collaborazione con l’Accademia Albertina e sostenuta dalla Compagnia di San Paolo, permette agli studenti di accostarsi ed elaborare opere di alto significato artistico.