Venerdì sera 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, all’Auditorium Borelli, è ritornata, a cura della rinnovata Pro Loco, la tradizionale «Vijò beuvesana e piemunteisa», momento di festa e cultura locale. Momento ormai immancabile nel calendario cittadino, ha avuto la solita ottima partecipazione, col locale gremito, sin al loggione, di pubblico in massima parte bovesano e non giovassimo come età media.
Gli spettatori hanno assistito sin in fono, plaudendo, ad un programma durato due ore e mezza, di grande ricchezza e varietà. Tra di loro era l’assessore a cultura e manifestazioni Raffaella Giordano, la consigliera Maria Peano e l’ex sindaco Mario Giuliano.
A collegare, con garbo, signorilità e poesia, le varie parti (nessuna di livello artistico e culturale trascurabile), ancora una volta è stato il popolare studioso spinettese Guido Musso, «Barba Guido». La «scaletta», dopo saluto del giovane presidente della Pro Loco Fabio Secondo Dutto (che ricorda l’ideatore, ormai venti anni fa, della manifestazione Giulio Chiapasco, il presidente della «Famija Bovesana», Renato Civallero, che la portò avanti, ed il predecessore in Pro Loco, Giovanni Baudino, che ha raccolto il testimone dell’Associazione), è stata iniziata dalla esibizione, con tipici canti locali, e ricordo del centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale, della «Corale La Marmotta» di Bernezzo (che ha proposto anche brano adattato del repertorio dei comici «Trelilu»).
La cuneese Candida Rabbia, «befana piemontese», reduce da premio raccolto a Taormina, in Sicilia, si è prodotta in elegante poesia, ironica e satirica sulla situazione politica all’inizio di questo anno «elettorale».
La memoria storica bovesana Italo Giubergia, nell’anno in cui varca la soglia dell’ottantina, ha parlato, con vitalità e presenza scenica notevole, grande freschezza, dei tempi della sua giovinezza, di quanto, dopo l’ultima guerra mondiale, Mario Toselli faceva ripartire la Banda Musicale (collegata alla «Famija Bovesana»), e della «festa dei coscritti» della sua classe 1938, con tante bisbocce, visite di leva a Cuneo, per molti tappa iniziativa nella «Casa Chiusa» (allora ancora in attività), forte emozione per molti.
Di sempre maggior delicatezza son state le note di fisarmonica e le parole di Michela Pellegrino, giovane nata a San Giacomo, giovane cresciuta con l’iniziativa, ora moglie e madre. Applaudito è stata il debutto della poetessa peveragnese Anna Grosso, con le sue liriche curatissime. Sabina Giorgis, attiva nella banda musicale peveragnese, con tre allievi (in tutto son ventotto) fisarmonicisti (ed il supporto di Michela Pellegrino), ha fatto stupendo excursus sulla musica popolare non solo piemontese, esordendo con la bellissima «Il vento fa il suo giro», colonna sonora dell’omonimo recente film di Fredo Valla. Adriano Cavallo ha saputo scegliere parole raffinate per parlare, piemontesissime, di due vecchietti scorati a dialogare col titolare in un bar, delle tante tasse che tartassano.
A rappresentare i «Viragalet» di Chiusa Pesio, attivissimi nei paesi ai piedi della Bisalta, con la loro «parlata» già monregalese, erano Chiara Losin e Franca Ravera, con divertente scenetta su nostro montanaro (Cicci Bo) che pensa di organizzarsi vacanza in agenzia viaggi… Appuntamento con l’intero organico (quindicina di persone) lo fissano per la sera del prossimo 19 gennaio, al Teatro Don Bosco di Cuneo. È stato fatto notare, dagli organizzatori, come il teatro sia uno degli aspetti più vivi, con tanti spettatori, della cultura regionale, auspicando di avere, in futuro, anche componenti dei validi gruppi di Boves e Beinette.
Si è concluso, dopo le immancabili, cantate da tutti, «Si chanto», inno occitano, e «Nate ‘d Boves», con momento di convivio e festa, servito delle bellissime e giovani «befane» della Pro Loco (acciughe al verde, marmellate e bevande).
A.T.