E’ stata presentata a Roma la lista “Civica Popolare” che correrà alle prossime elezioni politiche alleata con il centrosinistra.
Ha come leader, nome riportato anche nel simbolo, la ministra uscente della Salute, Beatrice Lorenzin, ed è composta da diversi movimenti che, pur partendo da storie differenti, sostengono oggi con convinzione il Governo Gentiloni. Tra i fondatori di spicco di “Civica Popolare” c’è il senatore e attuale viceministro cuneese, Andrea Olivero. Quali sono le motivazioni che hanno fatto nascere la nuova formazione? “Si tratta – risponde Olivero – di un progetto di valorizzazione di tutte le risorse presenti nel centrosinistra italiano. All’interno della coalizione c’è il Partito Democratico, ma esistono altre esperienze civiche, di cultura popolare e di ispirazione cattolica che sono molto diffuse sul territorio – come in provincia di Cuneo – e che avevano bisogno di essere rappresentate. Vogliamo dimostrare di essere plurali, ma di saper convergere e di unire”.
Per quale motivo avete scelto un fiore come simbolo? “Il fiore vuole richiamare l’esperienza aggregante della Margherita di un tempo, però senza alcuna volontà di ripetere il passato. Petali diversi, messi insieme con lo scopo di guardare al futuro, possono dare buoni frutti. Il nostro movimento non è stato costruito per scopi elettorali, ma, qualunque sarà l’esito delle urne, ha l’intenzione di continuare a parlare ai cittadini anche dopo le votazioni”.
Gli obiettivi che vi ponete? “Innanzitutto creare la fiducia necessaria nella politica per riportare gli italiani alle urne. Ma pure il far comprendere ai cittadini l’enorme lavoro svolto in questi anni dai Governi di centrosinistra e dalle maggioranze che l’hanno sostenuto. Perché, in futuro, ci sarà ancora bisogno di un esecutivo capace di porre al primo posto la serietà, la responsabilità e la voglia di far crescere il Paese non a partire da urla e strepiti, ma attraverso il lavoro puntuale di persone competenti. Dopo continue contrapposizioni inutili e dannose c’è bisogno di dialogo e di ascolto”.
Le proposte con le quali vi presentate agli elettori? “Non siamo venditori di pentole e non prometteremo, come altri, progetti impossibili da realizzare. Nella prima settimana di campagna elettorale abbiamo sentito promesse per oltre 200 miliardi di euro e ci pare un modo vergognoso di accaparrarsi i voti. Noi abbiamo alcuni punti fermi sui quali intervenire e, nei prossimi giorni, diremo anche dove si possono trovare le risorse per tradurli in pratica. Vogliamo dare un maggiore sostegno alle famiglie, in quanto è un elemento cardine per far crescere il Paese. Alle stesso modo è necessario garantire più supporto alle piccole e medie imprese, spesso a conduzione famigliare, che sono determinanti per l’economia dell’Italia e che hanno pagato il prezzo più alto durante la crisi. Non possiamo permetterci un ulteriore impoverimento del ceto medio”.
Ma non solo. “Va rivisto il rapporto tra lo Stato e gli Enti locali. I cittadini vedono nei Comuni l’istituzione di riferimento. Non possiamo abbandonare i sindaci al loro destino, senza risorse e con mille responsabilità. E la riforma Delrio sulle province non ha dato frutti positivi. Perciò bisogna riesaminarla e migliorarla”.
Il centrosinistra italiano in questo momento è in affanno: cosa dovrebbe fare per vincere? “Non inseguire il populismo, ma spiegare molto attentamente quanto ha fatto e cosa vuole fare in futuro. Il centrosinistra che, negli ultimi anni, ha portato a casa tanti risultati positivi, penso possa essere più credibile di chi – il centrodestra – continua a tirare fuori dal cassetto promesse che non ha mantenuto negli oltre 10 anni in cui è stato al governo del Paese e che nel 2011 ci ha quasi condotto alla bancarotta”.
Nella competizione elettorale teme di più il centrodestra o il Movimento 5 Stelle? “Il centrodestra, perché i cittadini quando dovranno decidere da chi essere amministrati avranno paura ad affidarsi a persone totalmente incompetenti come i pentastellati. Per carità, io non disprezzo il gruppo di Grillo che ha svolto un ruolo importante nel mantenere la passione civica in molti cittadini quando regnava grande sfiducia. Tuttavia, in un momento nel quale occorre costruire la ripartenza dell’Italia non credo ci si possa affidare a loro. Inoltre, Berlusconi è più temibile in quanto, ancora una volta, è riuscito a rivestire di una patina accattivante una massa deforme come è ormai il centrodestra italiano. Mettendo insieme il sovranismo nazionale della Lega, l’estremismo di destra di Fratelli d’Italia e il percorso moderato di Forza Italia e della quarta gamba. Non possono stare insieme e molti cittadini lo hanno già capito”.
Si ricandida? “Mi ricandido anche se il dove dovrà essere deciso insieme al nostro movimento e all’interno della coalizione. Però sarei lieto di mettermi in gioco nell’uninomale ed è chiaro che la preferenza va a un collegio della provincia di Cuneo: territorio per il quale in questi anni ho lavorato molto e in cui ho molti amici in grado di aiutarmi nella competizione elettorale, ma anche capaci, se vincerò, di richiamarmi costantemente al dovere di parlamentare”.
c.s.