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Presentazione del libro “Chiusa di Pesio nella Grande Guerra”, scritto dal prof. Rino Canavese

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Venerdì 16 marzo alle ore 21.00 nella sala del Consiglio Comunale di Chiusa di Pesio verrà presentato il libro dello storico Prof. Rino Canavese “Chiusa di Pesio nella Grande Guerra”. Dopo un intervento del Sindaco Sergio Bussi seguirà la presentazione del libro da parte dell’autore e verranno proiettate immagini della vecchia Chiusa.

 

Dalla Grande Storia, quella appresa sui libri di scuola che spiega la lotta tra blocchi di potere per l’egemonia politico-economica dell’Europa e descrive le battaglie dal punto di vista tattico e organizzativo, emergono le vicende di un piccolo borgo del cuneese, Chiusa di Pesio, dove la storia della comunità si incrocia con i percorsi familiari e personali che hanno lasciato una traccia non solo nel monumento ai caduti, ma nella memoria di molti discendenti.

 

La nuova ricerca storica del prof. Rino Canavese – ha commentato il sindaco Sergio Bussi – ci consegna un lavoro minuzioso sulla realtà economica, sociale e politica dell’inizio del secolo scorso e sulle vicende della prima guerra mondiale che, a cento anni di distanza, ci consentono di condividere i riflessi che questa immane tragedia ha comportato anche per la nostra comunità”.

 

La lettura di questo libro consentirà ai lettori, chiusani e non, di scoprire vicende e risvolti solo in parte conosciuti e forse anche dimenticati ed ai giovani permetterà di capire il prezzo pagato per la Patria, in termini di sacrifici, dalle generazioni precedenti: centoottanta i caduti sul campo di battaglia, ai quali vanno aggiunti i deceduti per malattia successivamente al rientro dal fronte, oltre alle decine di mutilati e di feriti.

 

L’approfondita ricerca storica sui caduti non intende solo rendere omaggio a coloro che sono morti e a cui si riconosce di essersi sacrificati per la sopravvivenza di una comunità, ma vuole focalizzare l’attenzione sulle singole vicende personali, dal momento in cui ogni individuo abbandona il proprio piccolo mondo antico, fatto di lavoro e di sacrifici, di amicizie e di solidarietà, per finire nel gorgo infernale della battaglia.

 

Nel capitolo “La guerra in casa” vengono ricordate le iniziative intraprese dalle amministrazioni locali e dai privati in favore dei combattenti e delle famiglie di disagiate condizioni economiche che avevano un figlio o il marito al fronte; toccanti sono le pagine incentrate sull’arrivo dei profughi, fuggiti dalle terre teatro di guerra ed accolti con generosità dalla popolazione chiusana, e sulla influenza Spagnola, responsabile di altri lutti anche tra i civili.

 

Infine nell’ultimo capitolo, intitolato “Il dopoguerra”, si rivive il difficile ritorno alla normalità con le tragiche esperienze sociali ed economiche che hanno creato i presupposti per le vicende politiche del periodo successivo. Tutto questo ci dà la consapevolezza che l’Italia è sopravvissuta grazie ad uno straordinario sforzo collettivo, grazie al lavoro delle donne che vennero mobilitate nelle fabbriche e nelle associazioni di volontariato, grazie ai soldati, ventenni o poco più, che fino al 1915 non avevano ancora visto un fucile.

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