Il cicli idrico integrato della Granda sarà gestito per i prossimi trent’anni da una società pubblica e in house, di proprietà dei Comuni. L’importante decisione è stata presa mercoledì 28 marzo al Centro Incontri della Provincia dopo dodici anni di dibattiti, ma una minoranza di sindaci di Comuni piccoli e medi ha votato contro.
Erano presenti sindaci e delegati di 188 città e paesi della provincia, pari al 90,68% delle quote di rappresentatività dell’Autorità d’ambito. Hanno votato a favore 119 Comuni (pari all’83% dei presenti e al 76% di tutto il territorio) e contro 59 Comuni (17% dei presenti), con 2 astenuti (180 i votanti perché 8 amministratori hanno deciso di non partecipare al voto).
Il lungo pomeriggio era iniziato alle 14,30 nella Sala Giolitti della Provincia per la Conferenza d’ambito, organo di governo del ciclo idrico composto da 23 rappresentanti della Granda. L’incontro è servito per una ricognizione dei pagamenti mai eseguiti negli ultimi dieci anni da alcuni degli attuali 12 gestori all’Autorità d’ambito e per il controllo degli investimenti realizzati nel periodo 2007-2016. I soldi che mancano ammontano a circa 2 milioni di euro, di cui circa 1 milione dalla Tecnoedil, società mista a maggioranza privata dell’area di Alba, Bra, Langhe e Roero controllata dalla società albese Egea. L’altra parte di 913 mila euro deve essere ancora versata da Mondoacqua, Ireti, Alse e Alpacqua. “Vogliamo recuperare entro fine aprile questi ultimi due milioni – ha precisato la presidente dell’Autorità d’Ambito, Bruna Sibille – per chiudere definitivamente con le gestioni passate”.
I lavori sono poi proseguiti con l’Assemblea dei sindaci in Sala Einaudi con un lungo dibattito che ha preceduto la votazione. Tra gli interventi quello del presidente della Provincia Federico Borgna, che ha detto: “Sono 12 anni che ci confrontiamo in un dibattito appassionato e acceso sul futuro del ciclo idrico. Era il 2006 quando accordammo una proroga decennale alle decine di gestioni che esistevano all’epoca. Oggi inizia un nuovo percorso di costruzione del gestore unico provinciale che la legge che ci impone di creare. Sappiamo che ci sono sensibilità diverse in una provincia che è molto grande per avere un solo ambito, ma la legge ci impone obblighi e scadenze. Tutti vogliamo un servizio di qualità, con tariffe eque, interlocutori capaci. Creiamo una società che sia esempio di efficienza, tutta pubblica, che non sia un poltronificio”.
La presidente Bruna Sibille ha letto in apertura un documento di proposta orientato proprio sulla gestione pubblica con affidamento in house “derivante, preferibilmente, dal consolidamento dei soggetti pubblici presenti nell’Ato4 Cuneese con l’estensione progressiva della partecipazione (diretta o indiretta) a tutte le amministrazioni comunali dell’Ato4”. Sibille ha ricordato anche l’importanza di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali grazie all’affidamento in house che integri e valorizzi le esperienze lavorative maturate in questi anni anche attraverso la conoscenza del nostro territorio.
Tra gli interventi a favore della gestione pubblica quelli di Guido Lerda assessore di Cuneo, Maurizio Marello sindaco di Alba, Paolo Adriano sindaco di Mondovì, Roberto Colombero presidente dell’Unione valle Maira e vice presidente dell’Autorità d’ambito. Sono invece intervenuti per sostenere il progetto di una gestione mista, chiedendo maggior tempo e ulteriori elementi per decidere, il sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Icardi, il sindaco di Marene Roberta Barbero e quello di Canale, Enrico Faccenda.
c.s.