“Con Ermanno Olmi perdiamo un grande amico e una figura che ha saputo narrare in maniera unica la ritualità e la spiritualità del mondo contadino.
La sua sensibilità e la sua attenzione alla civiltà rurale hanno costituito un esempio di come l’arte possa essere lo strumento per raccontare al contempo con delicatezza e forza un pezzo della nostra identità di cittadini. Le sue opere ci hanno emozionato, così come ci emozionava la sua parola, decisa e visionaria anche nell’ultimo difficile periodo della sua vita. Oggi ci ha lasciato una delle menti più lucide e generose del nostro tempo”.
Così il presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche Carlo Petrini alla notizia delle scomparsa del regista Ermanno Olmi, figura di grande spicco del mondo della cultura italiana.
Aggiunge il rettore Andrea Pieroni: “Di lui ricorderemo la dolcezza e l’umiltà sapienti, che sono la cifra in ogni angolo del mondo dei saperi tradizionali che Olmi ha ben evidenziato nella sua opera e che vorremmo fossero il pilastro portante della nostra università, nella sua missione di articolare sostenibilità e sovranità alimentari in ogni comunità del globo. Un testimone che speriamo di avere la lucida lungimiranza di prendere con slancio e saper portare lontano”.
Ad Olmi, nel settembre 2013, l’UNISG aveva voluto conferire la Laurea Honoris Causa e la città di Bra, in occasione di Cheese, lo aveva accolto nel Teatro Politeama per una calda e commovente cerimonia.
Olmi ricevette questo importante riconoscimento per il suo lavoro e impegno pluriennale attento al mondo contadino, improntato al rispetto della natura e delle piccole cose; per aver saputo coniugare magistralmente la lettura del tempo della tradizione con quello della modernità; per aver saputo narrare con grande sensibilità il mondo del sacro e del profano.
Un uomo ed un artista, Olmi, che mancherà per la sua profondità, ma anche per la sua opera tutta, caratterizzata da una particolare sensibilità per le stesse tematiche che sono al centro dell’attività del nostro ateneo.
Di seguito un estratto del suo discorso da dottore in Scienze gastronomiche.
«Di cosa posso parlarvi se non di tre ricette che ho sperimentato a casa. La prima consiste nel prendere una marmitta, metterci un cucchiaio d’olio, uno spicchio d’aglio a pezzetti, un ramoscello di rosmarino fresco tritato, un po’ di peperoncino. Si lascia macerare fino a pranzo e la si usa per condire gli spaghetti, è eccellente.
E lo è perché c’è un sapore originale, il rosmarino, che conduce la melodia. In ogni piatto, come nella musica, dovete trovare il sapore originale». E questa è la ricetta di “gusto”. La seconda è di medicamento, che usavo coi miei bambini per prevenire l’influenza. Facevo una minestra con una testa d’aglio a testa, due patate e un po’ di pancetta a cubetti.
È vero, i bambini puzzavano d’aglio per tre giorni, ma non prendevano l’influenza. La terza riguarda il modo di rapportarci al cibo. Così come ogni piatto deve avere il suo sapore originale, così ogni parola, ogni discorso deve avere quel profumo unico, non ci si deve distrarre per non far bruciare l‘arrosto.
E a voi studenti lascio una raccomandazione: Cucinate non per voi ma per gli altri, per la convivialità, per l’amicizia, per lo stare bene insieme. E se anche siete soli, mettete un altro piatto davanti al vostro e parlate con un ospite immaginario. Vi assicuro, è molto meglio che rimanere soli. Auguro a tutti un buon futuro».
(Foto:UNISG nel 2013 conferisce la laurea Honoris Causa al regista Ermanno Olmi)