La notte di Capodanno pensavano di averla fatta franca, dopo aver passato la serata a bere e mangiare dal Kebab di corso Palermo a Torino. Quale miglior cosa da fare se non andare al Comando della Polizia Municipale Torino, in via Bologna 74, poco distante, e smaltire i fumi dell’alcol e il lauto pasto “saltando” sulle auto private degli Agenti che proprio in quella notte, come in tutte le notti dell’anno, avrebbero servito la comunità, lavorando? A. F., L. L., C. Z. e D. L.P mai avrebbero immaginato che gli investigatori della Polizia Municipale Torino sarebbero arrivati a loro per chiedere conto dei danni di alcune migliaia di euro provocati sui veicoli parcheggiati negli stalli fronte il Comando.
Che cosa è accaduto?
Subito dopo l’episodio, la mattina successiva, gli Agenti del Reparto Radiomobile e del Reparto Polizia Giudiziaria, con la collaborazione di quelli del Reparto Investigazioni Tecnologiche del Corpo, setacciavano la zona in cerca d’informazioni utili all’individuazione dei soggetti coinvolti nell’atto vandalico. L’attività investigativa partiva nel buio quasi completo; dalle immagini raccolte, dalle telecamere di sorveglianza, s’intravedeva poco o nulla: si vedevano quattro giovani ragazzi percorrere la via Bologna e, giunti di fronte al Comando, si fermavano, guardandosi intorno, con fare sospetto. Il più alto e robusto tra loro, repentinamente, sferrava un potente calcio al parabrezza di una Fiat 500, sfondandogli il parabrezza e piegandogli il piantone della carrozzeria.
Non soddisfatto, saltava sul cofano di altre autovetture parcheggiate lì vicino e, passando da un’auto all’altra, a calci, sfondava i parabrezza e i cofani delle auto in sosta lungo la via, per poi allontanarsi con gli amici, indisturbati, sicuri che l’oscurità e le strade deserte di quella particolare giornata, potessero assicurar loro l’impunità del gesto. Gli Agenti del Reparto Tecnologico, andando a ritroso sul percorso da questi effettuato, individuavano altre telecamere di sicurezza, sparse sulle vie da loro percorse e giungevano così alle immagini delle telecamere del Ristorante Kebap, dove, pochi minuti prima, i quattro avevano passato la serata.
Riconosciuti da alcuni indumenti particolari indossati quella sera, si giungeva all’individuazione fotografica dei quattro soggetti. Attraverso accertamenti sulle banche dati e da approfondite ricerche telematiche che hanno coinvolto i più noti social network, nel mese di febbraio, gli investigatori giungevano all’identificazione di una prima persona (una donna) che, nei giorni seguenti alla bravata di capodanno, era stata arrestata dalla Guardia di Finanza per spaccio di sostanze stupefacenti. Pochi giorni dopo veniva individuato il fidanzato e, subito dopo, gli ultimi due ragazzi. La Procura della Repubblica di Torino disponeva una perquisizione delle loro abitazioni che dava esito positivo: gli Agenti rinvenivano e sequestravano tutti gli indumenti individuati nelle immagini dei video che la notte di capodanno i quattro ragazzi indossavano.
A seguito delle prove inconfutabili fornite dagli investigatori alla magistratura torinese, su ordine di quest’ultima, i quattro soggetti venivano convocati e interrogati presso il Comando di via Bologna 74 dove, messi alle strette, confermavano quanto loro addebitato, assumendosi, a vario titolo, la piena responsabilità della bravata di Capodanno. Denunciati in stato di libertà per danneggiamento aggravato in concorso, i quattro dichiaravano che la noia, incomprensioni tra fidanzati e motivi assolutamente futili li avevano spinti a danneggiare cinque autovetture di cittadini che, ironia della sorte, quella sera erano in servizio, in una notte particolare, lontani dalle loro famiglie, lavorando anche per garantire loro sicurezza e una città più vivibile.