Alla 16 nella Mostra internazionale di Architettura di Venezia, la più importante manifestazione mondiale sui temi dell’architettura, la montagna del Piemonte è protagonista. Il Padiglione Italia, “Arcipelago Italia”, è tutto incentrato sui percorsi di rinascita e rigenerazione in atto nei paesi delle Alpi e degli Appennini.
Tra i progetti presentati, scelti dall’architetto Mario Cucinella che cura il Padiglione, vi sono anche gli interventi effettuati negli ultimi quindici anni a Ostana. L’importante riconoscimento è stato accolto con entusiasmo dal sindaco Giacomo Lombardo e dall’intera comunità: “Ostana è da tempo riconosciuta come un laboratorio di architettura alpina – spiega il primo cittadino – e più in generale come uno dei principali casi di rigenerazione e ripopolamento della montagna. Essere presenti alla Biennale di Venezia, in mezzo a architetti di fama internazionale, è però ancora un’altra cosa. È una presenza importantissima per il futuro del nostro paese e per tutte le valli occitane“.
I progetti di Ostana illustriati ad Arcipelago Italia alla Biennale sono tutti di proprietà pubblica, con destinazioni d?uso che vanno dalla cultura, ai servizi, fino al turismo sostenibile: il recente centro culturale Lou Pourtoun nella frazione di Miribrart, la riplasmazione dell’entrata della borgata capoluogo Villa con una palestra di roccia outdoor e un edificio per manifestazioni pubbliche e servizi, un centro benessere e sportivo, e ancora altre realizzazioni. Questi progetti nascono dalla collaborazione del comune di Ostana con il Politecnico di Torino, e sono stati realizzati nel corso degli ultimi dieci anni dagli architetti Massimo Crotti, Antonio De Rossi, Marie-Pierre Forsans.
Uncem li ha sempre promossi come “buona pratica” di intervento nelle Alpi. Assieme a Paraloup, curato nella sua rinascita da Dario Castellino e Daniele Regis, e anche Novalesa, grazie all’impegno di don Gianluca Popolla con storici e architetti, tra i quali lo stesso De Rossi.
“Una comunità alpina di una cinquantina di abitanti, a Ostana, che riesce, in un Paese come l’Italia, a portare un ciclo di architetture pubbliche in una delle principali rassegne internazionali di architettura è qualcosa di impossibile e paradossale – spiegano Massimo Crotti e Antonio De Rossi, docenti del Politecnico e fondatori dell’Istituto di Architettura montana – A riprova del fatto che oggiAggiungi un appuntamento per oggi innovazione e qualità non sono più prerogativa esclusiva dei centri metropolitani, ma possono prendere corpo anche nelle pieghe delle montagne e delle cosiddette periferie“.
L’avventura di Ostana prosegue, con nuove progettualità architettoniche e di sviluppo locale sempre destinate alla rinascita e al ripopolamento del paese: il recupero di una piccola borgata abbandonata da parte del professore svizzero Tobias Luthe per la creazione del Monviso Institut, destinato a diventare centro formativo sui temi della sostenibilità, e soprattutto il riuso dell?insediamento di Ambornetti, a 1600 metri di quota, voluto dagli imprenditori Carlo Ferraro e Manuel Lai, sempre in collaborazione col Politecnico di Torino, che dovrà trasformarsi in una struttura finalizzata al turismo sostenibile, con soluzioni tecnologiche a carattere fortemente innovativo.