E’ catanese, ha 56 anni e si definisce un uomo concreto e d’azione. Emanuele Ricifari, il nuovo questore di Cuneo, si è presentato ai giornalisti attraverso una chiacchierata nella quale sono emerse anche alcune curiosità.
Come l’hobby per la cucina (“Mi hanno fatto un regalo mandandomi qui”), la passione per il cinema e per il teatro (ha fatto anche l’attore) e la “malattia” per la Juventus, “per colpa di Pietro Anastasi”, catanese come lui. Laureato in Giurisprudenza, ha iniziato la carriera nel Reparto Mobile di Catania nel 1988; poi il trasferimento a Piacenza, dove ha diretto, nell’arco di 15 anni, l’UPGSP, la Digos, la Squadra Mobile e l’Ufficio di Gabinetto. Tra il 1994 e il 1995 ha fatto parte del gruppo di lavoro per la commissione di inchiesta interna sui delitti della Uno Bianca.
Poi Brescia, dove è stato dal 2005 fino ad oggi, ricoprendo l’incarico di vicario del questore. Proprio a Brescia è legato un episodio accaduto nel 2010, che ha costretto Ricifari ad avere la scorta per 10 mesi in seguito alle proteste dei centri sociali che si erano unite alle lamentele degli immigrati per le lungaggini delle pratiche burocratiche. Otto extracomunitari salirono sulla gru di un cantiere per protestare, rimanendo per oltre una settimana, mentre per strada si era formato un accampamento dei manifestanti: Ricifari gestì l’ordine pubblico, riuscendo a far sgomberare l’area, non senza difficoltà e qualche scontro.
Per questo successivamente lui e la sua famiglia furono minacciati: “Brescia è una piazza calda – ha commentato –. Dopo quell’episodio si parlò anche della possibilità di trasferirmi, ma si decise di non cambiare le cose per non darla vinta a quelle frange di popolazione. Pensate che quando sono andato via queste persone hanno fatto una festa con i fuochi d’artificio”.
A Cuneo ha trovato tutta un’altra realtà: “Qui c’è una situazione radicalmente diversa, anche se voglio aspettare a dare giudizi perché ancora non conosco bene la realtà. Intanto posso dire l’impressione che ho avuto da cittadino: non ero mai stato a Cuneo, ed è la città più elegante che io abbia mai visto, con una grande armonia urbanistica. Le priorità? Qui percepisco un grande senso di legalità che di conseguenza comporta una pretesa elevata nei soggetti istituzionali: mantenere questo livello non è facile, qui ho trovato risorse numericamente appena sufficienti, ma di grande qualità professionale. Il fatto che sia una provincia abbastanza tranquilla non significa che non ci siano forme di criminalità, magari diverse da altre realtà, su cui dobbiamo vigilare”.
Infine, il profilo di Emanuele Ricifari: “Come mi descriverei in poche parole? Sono molto concreto, anche se mi piace analizzare le situazioni e ci tengo a verificarle. E poi sono uno che studia e che agisce”.
Gabriele Destefanis