I Finanzieri della Compagnia di Asti, nell’ambito dell’intensificata attività di controllo economico del territorio a contrasto dei traffici illeciti, hanno individuato, nei pressi del comune di Castell’Alfero (AT), un capannone industriale all’interno del quale venivano contraffatti bancali in legno a marchio “EPAL” utilizzati nel settore della logistica per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci.
All’interno della struttura era allestita una vera e propria officina del falso che produceva e marchiava fuoco, con punzoni illegittimamente detenuti, bancali in legno senza l’autorizzazione del licenziatario del marchio. Il marchio “EPAL” in questione è infatti registrato presso la “EUROPEAN PALLET ASSOCIATION” con sede in Germania. Riunisce tutti i produttori, commercianti, riparatori ed utilizzatori dei prodotti in argomento e nasce allorquando le più importanti ferrovie europee decisero di introdurre un bancale in legno standardizzato con determinate caratteristiche, per garantire sicurezza, affidabilità e controllo sanitario. In Italia, il marchio “EPAL” è tutelato dal CONSORZIO SERVIZI LEGNO – SUGHERO di Milano, che provvede ad autorizzare le aziende del settore, con lo scopo di assicurare che il prodotto venga fabbricato, riparato e commercializzato nel rispetto delle procedure.
Nel corso delle attività di servizio, oltre a 650 “pallets” pronti alla vendita, sono stati rinvenuti e sequestrati i marchi a fuoco illegittimamente detenuti, oltre 200 blocchetti in legno già marchiati per essere utilizzati per la fabbricazione e/o la riparazione nonché oltre 260 sigilli riportanti anch’essi il marchio “EPAL”, utilizzati per certificare la genuinità del bancale. Il responsabile, astigiano di 78 anni, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Asti per i reati di contraffazione, uso illegittimo dei marchi registrati, ricettazione e per aver immesso in commercio prodotti pericolosi.
L’operazione rientra nell’ambito delle quotidiane attività a tutela della concorrenza e del mercato, in quanto l’immissione in commercio di prodotti contraffatti, oltre a sottrarre opportunità di lavoro alle imprese oneste e determinare l’utilizzo di prodotti non sicuri, costituisce un moltiplicatore di illegalità, perché favorisce il lavoro in nero, l’evasione fiscale, la ricettazione, il riciclaggio, mettendo a rischio la salute e l’incolumità degli operatori.