Lo scorso 11 maggio a Carmagnola, di fronte ad una nota azienda di produzione di ghisa ed alluminio, una pattuglia della Polizia Stradale di Mondovì, nell’ambito del controllo del territorio autostradale disposto dal Comando Provinciale di Cuneo, aveva sottoposto a sequestro amministrativo un’autovettura poichè lasciata in sosta sulla pubblica via priva di copertura assicurativa.
Nell’occasione, all’intestatario del veicolo, non presente sul momento, era stata successivamente notificata la sanzione amministrativa prevista dall’art. 193 comma 2 del Codice della Strada, che prevede il pagamento di 849 euro ed il sequestro dell’auto nonchè le spese previste per la rimozione.
Il proprietario dell’autovettura, alcuno giorni dopo, aveva presentato ricorso avverso adducendo quale motivazione il fatto che l’auto gli fosse stata rubata dal giardino condominiale proprio l’11 maggio, durante una sua assenza da casa. Per il furto subito l’uomo aveva riferito di aver attivato il servizio di emergenza 112, formalizzando la denuncia di furto il giorno seguente.
Il personale dell’unità di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Mondovì ha così effettuato delle verifiche accertando che l’autovettura, al momento del sequestro, era regolarmente chiusa e che non vi erano segni di effrazione su alcuna serratura.
Tale incongruenza ha fatto sì che gli accertamenti venissero approfonditi ulteriormente ed estesi all’azienda nei pressi della quale si trovava l’auto: personale dipendente ha riferito che il proprietario dell’auto era un operaio che lavorava presso la loro sede e che l’11 maggio stava effettuando il proprio turno di lavoro regolarmente, proprio nell’orario del sequestro.
Alla luce di quanto emerso l’uomo è stato convocato perchè fornisse spieazioni dettagliate in merito al presunto furto dell’auto, ai propri spostamenti ed ai comportamenti tenuti in conseguenza del reato che avrebbe subito.
L’uomo ha così ammesso di aver denunciato il furto dell’auto solo per provare a sottrarsi alle sanzioni amministratrive contestategli: è stato quindi denunciato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per simulazione di reato, procurato allarme e falso, così come previsto dagli articoli 367, 658 e 493 c.p.