Nel Comune di Bellino, in alta Valle Varaita, si trova il sentiero di 7,4 chilometri che, partendo da Grange Prato Rui (1927 metri di quota), conduce a Pian Ceiol e al Colle dell’Autaret (2875 metri).
Il percorso è molto utilizzato dagli escursionisti e dal malgaro i cui terreni di alpeggio sono nella zona. In località Barricate, a 2050 metri di altitudine, sul versante esterno del sentiero, in direzione della riva sottostante, c’era un muro a secco lungo 25 metri franato, in parte, per le precipitazioni nevose e il gelo-disgelo.
Il Comune ha chiesto l’aiuto ai Forestali della Regione. Con la direzione lavori di Stefanino Agù, dai giorni dopo Ferragosto stanno operando sette uomini delle squadre 103 e 109 della Valle Varaita.
L’intervento si concluderà a metà settembre. Sono stati realizzati i ponteggi per far lavorare gli operai in sicurezza ed è stato smantellato cosa rimaneva ancora del precedente muro. Poi è iniziata la costruzione del cordolo di base in cemento sul quale poggia il nuovo manufatto: anch’esso in fase di realizzazione. La sua altezza varia dai due ai due metri e mezzo, a seconda del tratto. Al termine dell’intervento edile il muro viene forato e nei buchi si sistemano, in profondità, dei tubi in ferro nei quali, poi, il malgaro potrà inserire le sue barre collegate da una corda per indicare il percorso alle mucche in un tratto pericoloso.
Nel tragitto di ritorno, il malgaro chiuderà i fori con dei tappi da cantiere, in modo che durante la stagione invernale non sporga nulla dalla superficie e il muro corra il rischio, come in passato, di essere ribaltato dalla neve. “L’intervento – spiega Agù – richiede tempo in quanto presenta le complicazioni di dover raggiungere il luogo camminando un bel pezzo a piedi e la difficoltà di trasportare il materiale necessario. Abbiamo una motocarriola, ma è una faticaccia e stiamo tribolando parecchio”.
Come avete operato? “Da Pian Ceiol, che riusciamo a raggiungere con i mezzi motorizzati grazie a una pista forestale, dobbiamo portare su il cemento fornito dal Comune e i tondini di ferro. Sul posto ci siamo cercati una sorgente di acqua per miscelare il cemento indispensabile a realizzare il cordolo di base e a tenere insieme e ancorare le pietre. E queste ultime arrivano, in parte, accantonate dalla demolizione del vecchio manufatto, e in buon numero recuperate nel torrente sottostante dove sono cadute. Le attacchiamo una per una a un verricello e le tiriamo sopra con un mezzo meccanico cingolato”.
Per quale motivo lavorano due squadre? “Data la complessità organizzativa una squadra da sola riuscirebbe a fare poco. Invece, in questo modo ad ogni operatore è stato distribuito un compito: chi si occupa delle pietre, chi di portare l’acqua e preparare il cemento, chi di realizzare il muro. E il lavoro scorre di più e senza intoppi”.
Gli escursionisti? “In questo periodo passano numerosi. Per fortuna hanno l’avvertenza di fermarsi e di segnalare la loro presenza: e questo ai fini della sicurezza è fondamentale”.
L’intervento è stato finanziato con la misura del Programma di Sviluppo Rurale riguardante la riqualificazione della sentieristica. Un nuovo muro simile era già stato realizzato nel 2017 lungo un altro tratto del percorso.
“I nostri operatori – sottolinea l’assessore alle Foreste, Alberto Valmaggia – stanno dimostrando, ancora una volta, capacità e impegno. Nonostante la criticità dell’intervento. La manutenzione della sentieristica è fondamentale e costituisce una delle nostre priorità. Gli itinerari in collina e montagna, infatti, consentono di valorizzare turisticamente il nostro incantevole territorio, che sta diventando sempre di più attrattivo per quanti, soprattutto stranieri, ricercano ambiente, autenticità, paesaggio e cultura”.
c.s.