“L’onestà, una perla rara che non si compra al supermercato”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO dal Valle Varaita Calcio, che esprime tutta la sua amarezza per un errore arbitrale, nel corso della sfida con il Manta, che sarebbe stato riconosciuto dal direttore digara ma non riportato sul referto finale.

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L’onestà non si compra al supermercato. Non è disponibile sugli scaffali, magari in una confezione facilmente acquistabile ed assimilabile. L’onestà è una qualità sempre più rara, non importa quale sia il campo di applicazione, non importa se in ballo ci sono questioni di vita o di morte. Quando si è onesti lo si è e basta.

Anche in campo sportivo l’onestà può trovare applicazione in molti modi, soprattutto se il suo esercizio arriva per mano di chi dovrebbe gestire con coscienza, equità e, appunto, onestà, il suo operato.
Purtroppo viviamo sempre più di frequente episodi che portano a confermare quanto sia una qualità sempre più rara.

Prendi una domenica soleggiata di settembre: in un campo di calcio di un torneo regionale, due squadre si fronteggiano e mettono in campo anche un sano agonismo, magari enfatizzato da un orgoglio di campanile che scalda i cuori e le menti ma tant’è, fa parte del gioco. Il calore poi si trasforma in eccessi di agonismo e chi deve governare il gioco si fa parte in causa per gestire il tutto, comminando, quando ce ne fosse bisogno, le giuste sanzioni.
Succede poi che durante l’incontro, il “governatore” si sbagli e, dopo aver mostrato per due volte un cartellino giallo ad un giocatore, non estragga il cartellino rosso, come da regolamento.

In tribuna, tra i tanti appassionati che calcano tutte le domeniche i campi del calcio dilettantistico, c’è anche chi vi scrive, per il solo piacere di far conoscere le gesta, alle volte gloriose, altre volte meno, dei colori amici. L’errore è evidente, lo nota anche il commissario degli arbitri che, bontà sua, passa le sue domenica sui vari campi per valutare l’operato delle giacchette nere. A fine incontro, lo stesso commissario si reca immediatamente dall’arbitro per segnalare l’errore, che viene da costui riconosciuto davanti ai capitani delle due squadre. Dirà inoltre che ne riporterà segnalazione a chi di dovere.
Bene. Un esempio di onestà che fa onore a chi la pratica. Tutto finito? Purtroppo no.

La società danneggiata, anche supportata dal commissario stesso, promuove ricorso secondo le regole convenute il cui esito prevede la ripetizione dell’incontro.
Come d’abitudine, il giovedì successivo, nel comunicato regionale che riporta, tra le altre informazioni, le sanzioni e squalifiche comminate, ecco l’amara sorpresa: nonostante il ricorso regolarmente presentato, il giudice respinge il reclamo perché il direttore di gara non ha riportato quanto realmente accaduto con quanto ne consegue: reclamo respinto, risultato convalidato, ammonizione assegnata ad un giocatore della squadra avversaria, la cui unica colpa era quella di avere lo stesso numero di maglia del vero “colpevole”. Oltre al danno anche la beffa.

Che dire? Un’occasione perduta. Al protagonista è mancato il coraggio, il coraggio di ammettere un proprio errore, così come tutti ne possono commettere, in assoluta buonafede. Non importa cosa era in gioco, non è stato onesto. Punto.
Speriamo che in cuor suo comunque rimanga traccia di questo episodio, piccolo piccolo in verità, proprio perché non legato a questioni fondamentali, di vita o di morte.
Speriamo che non lo faccia più, che se per caso gli dovesse ricapitare, tenga fede alla parola data.

Ufficio Stampa Valle Varaita Calcio