Nove cooperative dell’accoglienza della provincia di Cuneo contro il Decreto Salvini

Secondo Rifugiati in Rete si rischia un "aumento dell'illegalità, della marginalità sociale e dell'insicurezza nel nostro Paese"

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La Rete di imprese “Rifugiati in Rete”, composta da nove cooperative sociali che si occupano di accoglienza in provincia di Cuneo tramite il sistema SPRAR, (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e CAS (Centri accoglienza straordinari) guarda con forte preoccupazione al decreto sull’immigrazione approvato in questi giorni.

Il decreto prevede con l’articolo 1 l’abrogazione della protezione umanitaria, che oggi rappresenta circa il 25% degli status assegnati ed è a fianco della protezione politica e sussidiaria uno degli strumenti giuridici che permette la traduzione del diritto d’asilo in Italia, un diritto soggettivo garantito dall’articolo 10 della costituzione.

L’abrogazione o la forte limitazione di tale diritto rischierà di creare un aumento dei contenziosi giudiziari e un forte incremento degli irregolari in Italia con il conseguente aumento dell’illegalità, della marginalità sociale e dell’insicurezza nel nostro Paese, a partire da quei Comuni e comunità, che rischiano di pagare il prezzo più alto nell’essere lasciate sole a gestire le conseguenze di un aumento della presenza di persone clandestine e quindi “senza diritti”, con innegabili risvolti sulla sicurezza delle nostre comunità. – hanno commentato le cooperative sociali in una nota congiunta – . Il decreto prevede inoltre che il sistema SPRAR che ad oggi si occupa in modo progettuale e sistemico dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati venga limitato solo ai titolari di protezione politica e sussidiaria, escludendo i richiedenti asilo per motivi umanitari, cioè le persone che devono essere ascoltate dalle Commissioni territoriali che devono verificare l’insussistenza di elementi impeditivi all’espulsione“.

Ribadiamo che il sistema dello SPRAR debba essere il sistema prioritario di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, – concludono le nove cooperative – superando il sistema emergenziale dei CAS che in questi anni ha svolto un importante ruolo nella straordinarietà delle accoglienze, ma è anche stato il sistema soggetto a più abusi. La progettazione SPRAR prevede il forte coinvolgimento dell’Ente Pubblico (il Comune), la professionalità degli operatori sociali e un sistema puntuale di rendicontazione delle spese che limita la speculazione e favorisce la retribuzione del lavoro effettivamente svolta.
Lo SPRAR ha inoltre la finalità di includere socialmente le persone di cui si prende cura attraverso l’apprendimento linguistico, la formazione al lavoro e l’accompagnamento legale, affinché si limiti il numero di persone nei dormitori, nella tratta della prostituzione e dell’accattonaggio.

Come Rete di cooperative ci impegneremo a costruire o appoggiare iniziative volte a informare e sensibilizzare le comunità locali“.

La Rete di imprese Rifugiati in Rete è composta da:
Cooperativa sociale Fiordaliso, Cooperativa sociale Momo, Cooperativa sociale Armonia, Cooperativa sociale Alice, Cooperativa sociale Orso, Cooperativa sociale Cascina Martello, Cooperativa sociale Insieme a Voi, Cooperativa sociale Emmanuele, Cooperativa sociale Valdocco, Consorzio Compagnia d’Iniziative Sociali