Calo demografico nel cuneese: le “sette sorelle” perdono 25 classi

Il Forum famiglie di Cuneo rende noti i dati demografici dei maggiori centri della provincia

0
740

A causa del calo delle nascite, negli ultimi tre anni, nelle sette città più grandi della provincia di Cuneo, sono state perse 25 potenziali future classi della scuola primaria, mentre sempre nei sette maggiori centri abitati della Granda gli over 65 ormai rappresentano quasi un quarto dell’intera popolazione”.

Il grido d’allarme sui devastanti effetti collaterali dell’irreversibile calo demografico in corso anche sul territorio provinciale, viene lanciato ancora una volta dal Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo, che ha appena raccolto dai rispettivi uffici Anagrafe dei Comuni di Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano gli ultimi dati relativi alla composizione della popolazione per fasce d’età e delle famiglie per numero di figli.

Se confrontiamo i dati demografici che abbiamo raccolto nel 2014 con quelli relativi al 2017, dobbiamo prendere atto che nelle sette sorelle nella fascia che va da 0 a 6 anni abbiamo perso oltre 700 bambini, mentre sono aumentate di circa 350 unità le famiglie che non hanno nessun figlio – spiega Silvio Ribero, presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo -. Se poi al quadro desolante risultante dalle nuove nascite e dallo stato di salute delle famiglie, aggiungiamo i dati relativi all’invecchiamento della popolazione, la realtà ci dice che nei maggiori centri della Granda una persona su quattro ha più di 65 anni”.

Considerato che le “sette sorelle”, da sole, contano più di 200 mila abitanti, e rappresentano quindi più di un terzo dell’intera popolazione della provincia di Cuneo, risulta evidente che molto presto il territorio dovrà fare i conti con grosse problematiche sui servizi legati alla prima infanzia e alla popolazione anziana.

Non possiamo che immaginare un accesso sempre più scarso a nidi, materne e nell’immediato futuro alle scuole dell’obbligo, tutti servizi che dovendosi sempre più accorpare rischieranno di impoverire ancora maggiormente le zone marginali – continua Ribero -. Bisogna considerare che i bambini non vanno solo a scuola, ma sono ‘consumatori’ a tutti gli effetti, per cui questo calo inarrestabile porterà ulteriori contrazioni nei consumi e ricadute negative su tutti i comparti che operano e creano reddito sull’infanzia”.

Il Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo da anni denuncia allarmata lo stretto legame in essere tra il calo demografico e la profonda crisi che sta vivendo il nostro Paese, non solo a livello economico ma anche a livello di coesione e armonia sociale.

“Il bambino è un forte polo aggregativo e di confluenza di valori – conclude Ribero –, coinvolge le famiglie in percorsi condivisi e le accomuna a livello di esigenze, proposte, soluzioni da ricercare insieme. Tutte esperienze che vengono vissute da sempre meno persone, con la conseguenza che le differenze si acuiscono e la gestione dei rapporti fra le famiglie stesse e le varie agenzie educative diventano ancora più difficili. L’avvio del nuovo anno scolastico ha anticipato l’arrivo dell’autunno, ma quello che abbiamo di fronte è un vero e proprio inverno demografico che potrebbe anche non sfociare nella primavera. Da parte nostra offriamo tutta la collaborazione affinché nel più breve tempo possibile, a tutti livelli, pubblici e privati, la famiglia sia posta non solo sotto la giusta attenzione, ma le siano rivolte iniziative concrete di supporto perché non venga meno il suo ruolo indispensabile per un futuro quanto meno sostenibile per la nostra società ed il nostro Paese”.

c.s.