Home Articoli Rivista Idea Il domani è già qui: lo studiano all’“Innovation Center” ITT di Barge

Il domani è già qui: lo studiano all’“Innovation Center” ITT di Barge

Inaugurato il nuovo edifico destinato alla ricerca, costruito in soli 16 mesi e importante per fissare oltre 1.000 posti di lavoro

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Sedici mesi per realizzare dal nulla un edificio che dà lavoro ad oltre 150 persone: una tempistica che pare im­possibile da rispettare, a maggior ragione se l’intenzione è di portare a compimento l’opera in Italia.
Eppure, a Barge, l’ITT ci è riuscita. Di più: qualcuno, nelle fasi iniziali dell’“iter” realizzativo, ha avuto la lucidità di pensare a piazzare una videocamera che riprendesse i lavori nel corso di tutto l’anno e mezzo, per poi utilizzare il materiale registrato al fine di realizzare un “time-lapse” di un minuto o poco più, che raccontasse la storia, dalle fondamenta alla conclusione da mostrare nel corso dell’evento inaugurale e permettere ai presenti di rendersi perfettamente conto del percorso fatto.
È un dettaglio che può apparire una quisquilia all’interno di un’operazione di edilizia industriale che ha portato alla realizzazione di una struttura da 4.500 metri quadri, invece metterlo in evidenza può risultare assai utile per focalizzare l’attenzione su un aspetto che è al centro del “modus operandi” dell’azienda statunitense che ha quote di mercato in decine di Paesi in ogni continente. Un aspetto che è stato chiamato in causa diverse volte durante i discorsi inaugurali del management del­l’ITT: ovvero la capacità di a­vere una visione, indispensabile nel piccolo, predisponendo la vi­deocamera, come nel grande, realizzando un “Innovation Cen­ter” che permetterà di conservare e consolidare la posizione di “leadership” nel settore.
L’inau­gu­ra­zio­ne ufficiale del­la struttura, al­l’avanguardia sotto diversi pun­ti di vista, che ospita uffici, ricerca e un’officina di “vehicle te­sting”, ha avuto luogo giovedì 27 settembre, in frazione San Mar­tino, a pochi metri dallo stabilimento di produzione.
ITT, che con la divisione “Mo­tion Technologies” impiega oltre 4.700 persone in tutti i continenti (di cui circa 1.200 a Barge, dove ha sede il più grande stabilimento al mondo della multinazionale), ha portato in Granda il modello innovativo delle aziende che hanno sede nella Silicon Valley, realizzato grazie anche alla fertile collaborazione con istituzioni locali, Regione Piemonte e Poli­tecnico di Torino e altre istituzioni di alto valore della nostra penisola.
Dopo la benedizione da parte del vescovo di Saluzzo, mons. Cristiano Bodo, il quale si è complimentato per l’opera realizzata e rallegrato per i risvolti occupazionali che essa avrà, e dopo il simbolico taglio del nastro, tenuto agli estremi da due bambini (proprio a rappresentare come l’azienda guardi al futuro e, dunque, sia consapevole di essere nelle mani delle nuove generazioni), il numeroso pubblico, tra cui molte autorità, ha preso posto nella struttura per il momento della presentazione vera e propria, a cui è seguito, a sorpresa, lo spettacolo dell’illusionista e ingegnere Walter Rolfo, mo­mento quanto mai in linea con la serata, dato che porta il titolo di “L’arte dell’impossibile”.
A condurre la serata e ad aprire gli interventi è stato il “project director Innovation Center”, ingegner Enzo Cappellini, il quale ha sottolineato come l’intento sia quello di «attrarre talenti, sviluppare idee e garantire il futuro del “bu­­siness”, fa­cen­dolo crescere partendo dal lavoro fatto in questi anni con la collaborazione delle istituzioni».
Cappellini ha poi ringraziato chi ha lavorato per 16 mesi, le im­prese e chi si è occupato della progettazione, con una menzione particolare a chi era preposto alla sicurezza, per aver fatto una vigile supervisione che ha permesso di chiudere il cantiere senza alcun infortunio.
L’ingegnere ha ricostruito le prime fasi del progetto, lanciando quin­di il video che ri­percorre i 16 mesi, testimoniando il procedere dei la­vori in relazione al passare del tempo.
Luca Savi, “Chief Ope­ra­ting Officer and President”, nonché an­nun­ciato “chief executive officer” a partire dal primo gennaio 2019, ha aperto il suo intervento con dei ringraziamenti. Il primo citato è stato Chiaf­fredo Borda Bossana, proprietario del terreno su cui è sorto il centro, interessato a far sì che dalla vendita dell’appezzamento potessero derivare posti di lavoro: «Così è stato e così sarà», ha chiosato Savi, per poi citare l’ex
sin­daco di Barge, Luca Colom­batto, «con cui questo viaggio è iniziato 7 anni fa». Un grazie è stato rivolto an­che alla Re­gione Pie­monte. In riferimento alla crescita del 10 per cento annuo dei profitti che ha caratterizzato gli ultimi anni dell’azienda, Savi ha precisato che non ci sono ricette magiche, ma due aspetti su cui è fondamentale fare affidamento: «Il primo è quello di non smettere mai di innovare, una capacità che ci permette di vincere ogni giorno sul mercato. L’altra cosa è la capacità di a­gire con velocità, avere una visione e perseguirla. L’“Inno­vation Center” è uno dei casi in cui si dimostrano tali qualità: ITT continuerà a inventare prodotti e soluzioni del futuro che ci permetteranno di essere an­cora al vertice per i prossimi 20-30 anni». L’ultimo grazie è stato rivolto ai lavoratori di Bar­ge: «In 30 anni di lavoro non ho mai lavorato con nessuno che fosse allo stesso livello».
L’ingegner Carlo Ghirardo, nuovo presidente di “ITT Mo­tion Technologies”, nel ringraziare chi ha seguito tutto il percorso della struttura ha spiegato: «Sono qui da poco, quindi non posso vantare nessun me­rito per quello che è stato fatto. Però il compito che ci attende ora e far fruttare questo edificio e mettere il nostro impegno perché ciò accada. Dob­biamo continuare a essere innovativi ed è fondamentale che chi lavora in ITT si senta apprezzato e sia orgoglioso dei risultati raggiunti. Mi piace sottolineare che questo edificio è pieno di “open space”, senza postazioni assegnate: il presupposto è che ognuno si sieda ogni giorno in un posto diverso, in base alle persone con cui deve collaborare. Questo, a mio avviso, è ve­ramente un simbolo dell’innovazione».
Anche il presidente della Re­gione Piemonte, presente alla posa della prima pietra il 13 aprile del 2017 (circostanza in cui si tenne anche l’inaugurazione dell’area verde per bambini presso le scuole di San Martino, progettato dallo studio “Isola” che ha curato anche il nuovo centro ricerca e sviluppo ITT, a dimostrazione dello stretto legame tra azienda e territorio) è salito sul palco per affermare: «Non c’è soddisfazione più grande, per chi ha responsabilità collettive, pubbliche o private che siano, di veder realizzato qualcosa che ha seguito sin da quando era soltanto un’idea, come è avvenuto in questo caso. Ci tenevo a ringraziare lo “staff” della Regione che ha lavorato a questo progetto, importante anche per noi, e non di meno a esprimere la mia riconoscenza a ITT, per aver creduto in Barge, nel Piemonte e un po’ anche in noi come istituzione pubblica. Credo che quanto è stato fatto qui sia un esempio di quello che dovremmo impegnarci a realizzare, assecondando l’attività di sviluppo e di ricerca legata alla crescita del comparto manifatturiero che è una delle vocazioni storiche di Torino e del Piemonte intero. Il segreto per riuscire a ottenere un risultato come questo in tempi brevi sta nell’essere riusciti a fare squadra. Do­vrebbe essere sempre il punto di partenza in ogni progetto di questo tipo, purtroppo spesso non lo è».
Il sindaco di Barge, Piera Comba, ha condiviso con i presenti un breve sunto cronologico, partendo dal 1950, anno in cui a Torino nacque la “Gal­fer” che produceva pastiglie per freni. L’impresa negli anni ’60 si spostò a Barge e alla fine degli anni ’70 fu ceduta al­l’ITT. All’epoca i dipendenti erano cento, ora sono più di 1.200. La prima cittadina ha poi individuato negli anni ’90 il periodo della svolta, con la creazione del primo centro ricerche: «Da lì è cominciata un’accelerazione costante che ha portato ad avere, oggi, numeri che sono straordinari non solo in Piemonte e in Italia, ma anche nel modo i quali contribuiscono a fare in modo che a Barge le persone lavorino con passione e vivano con orgoglio i risultati dell’azienda, sentendolo come qualcosa che le riguarda personalmente, co­me è giusto che sia».