Il caseificio di scarnafigi è “main sponsor” della 88a fieradel tartufo.
L’ad Alberto Biraghispiega perché e le strategie aziendali
(redazionale a cura di: Linda Arnaudo)
La Valgrana da quasi trent’anni rappresenta un motivo di grande orgoglio per la nostra provincia, in virtù dell’attaccamento al territorio e della passione che impiega nella realizzazione dei prodotti. Quest’ultima, da sola, non basterebbe però se non fosse unita a una scrupolosa attenzione nell’impiego delle materie prime utilizzate e dei vari processi di lavorazione.
L’impresa è stata creata nel 1991 da Franco Biraghi che, dopo una vita di lavoro nell’azienda paterna, decise di fondarne una sua a Scarnafigi partendo dall’acquisizione di un piccolo caseificio che produceva formaggio grana e arrivando, nel 1994, a dar vita a un ampliamento che proseguirà nel corso degli anni, fino all’espansione attuale: circa 100.000 metri quadrati di area totale.
Da una decina d’anni il formaggio duro a lunga stagionatura prodotto dalla Valgrana viene chiamato Piemontino.
Siamo di fronte a una realtà perfettamente consolidata, un punto di riferimento importante per i consumatori, portata avanti da Franco Biraghi insieme ai figli Andrea e Alberto.
In occasione dell’inaugurazione della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, ulteriore esempio di connubio tra territorio ed eccellenze locali, abbiamo incontrato Alberto, amministratore delegato, il quale ha illustrato a “IDEA” gli elementi fondamentali che concorrono a rendere la Valgrana un’azienda di successo.
Cosa significa per voi essere, da anni, “main sponsor” di un evento così importante?
«La Fiera del tartufo è un momento di grande importanza per la nostra provincia e il modello che si è sviluppato ad Alba e, in generale, nelle Langhe, che in molti ci invidiano e tentano di emulare, ha riscosso un grande successo, a livello sia di turismo che enogastronomico. La Valgrana, inoltre, ha radici molto salde nel territorio quindi, per noi, legarsi alla più internazionale delle manifestazioni della provincia Granda ha un senso profondo. Dal prossimo anno, inoltre, saremo “main sponsor” anche di “Vinum”».
Tra i vostri prodotti di punta c’è il Piemontino. Quali sono le sue caratteristiche principali?
«Direi che sono soprattutto tre quelli che possiamo definire i suoi “pilastri fondamentali”. In primo luogo, il latte utilizzato, esclusivamente piemontese, che ci arriva da settantacinque fornitori delle province di Cuneo e Torino. Con molti di loro abbiamo instaurato un legame professionale che dura da alcuni decenni. La stagionatura è un’ulteriore caratteristica di indubbia importanza. Noi, infatti, non commercializziamo mai il prodotto prima dei sedici mesi mentre, sul mercato, si possono facilmente trovare le stagionature più differenti, a partire dai 6-8 mesi. Il nostro è, evidentemente, un valore aggiunto al prodotto. Infine, un aspetto fondamentale è quello che concerne gli ingredienti: utilizziamo soltanto latte, sale e caglio senza l’aggiunta di lisozima».
Quali soddisfazioni sta dando il Piemontino alla vostra azienda?
«Molte. La Valgrana porta avanti da anni un’attenta politica commerciale che sta assicurando notevoli risultati. Il Piemontino è presente in quasi tutte le catene a livello nazionale che hanno un fatturato in crescita su questo formaggio. Ciò significa che ci sono un forte apprezzamento e una costante fiducia da parte del consumatore».
Quali canali di vendita usate?
«Nell’ultimo decennio i canali di vendita si sono modificati: due lustri fa, infatti, i maggiori clienti erano i grossisti stagionatori, oggi invece sono la Gdo (grande distribuzione organizzata, ndr) e la Do (distribuzione organizzata, ndr), i grandi supermercati nazionali e regionali. Attraverso una politica di marca riusciamo a far conoscere la Valgrana al pubblico, utilizzando le maggiori catene quali Coop, Conad, Carrefour, Auchan, Bennet e Dimar, ad esempio».
All’interno di questa strategia commerciale, quale fattore garantisce il vostro successo?
«Beh, credo sia da imputare al fatto che produciamo lo 0% di prodotti a marchio e “private labels”. Inoltre forniamo in modo marginale le catene di discount. Il punto fondamentale è proprio il fatto che il 100% va in vendita con il nostro marchio e questo si sposa perfettamente con l’obiettivo di garantire un valore sempre maggiore al marchio Valgrana».
Quali risultati state ottenendo?
«I segnali sono senza dubbio incoraggianti, infatti la forbice di prezzo si è ristretta a nostro favore rispetto ai “competitor”».
Quali sono le strategie commerciali avviate a livello di “budget” e di investimenti?
«Ogni anno alziamo il “budget” e per il 2019 abbiamo stanziato un milione e mezzo di euro. In base anche all’esperienza passata, è la tv nazionale, in particolar modo i canali Rai, a darci le maggiori soddisfazioni ed è proprio questo l’aspetto che incrementeremo. Purtroppo negli ultimi anni stiamo assistendo al declino della carta stampata che legheremo soprattutto alla pubblicità locale, mentre quella nazionale verrà sfruttata a livello televisivo».
Sempre inerente allo stretto legame con il territorio è anche la “partnership” con due eccellenze dello sport come Arianna Barale e Camilla Rosatello…
«Sì, la Barale e la Rosatello sono due campionesse, rispettivamente di motociclismo e tennis, che rappresentano un motivo di grande orgoglio per la Granda. Sono però i canali “social”, come Facebook e Instagram, quelli maggiormente incentrati su queste due “testimonial” sportive».
A proposito, come vi relazionate con i “social network”?
«Sono uno strumento che la Valgrana usa per essere sempre più vicina alle famiglie dei consumatori. Stiamo sfruttando molto il mondo digitale per legarci di più e meglio ai nostri clienti, per interagire con loro attraverso notizie che spaziano da ricette, a consigli, allo sport, appunto. In questo àmbito un grazie particolare va a Giorgio Proglio e alla sua agenzia “ZetaBi” che ci aiuta a portare avanti un canale così innovativo sul cui investimento, proprio in virtù della “trade-union” con il prodotto, crediamo davvero molto».
è una realtà, quella della Valgrana, in costante crescita che, oltre a essere un punto di riferimento per i clienti che, pur apprezzando il gusto, non vogliono rinunciare alla genuinità, è un esempio di come l’ambizione e la dedizione all’interno del proprio mestiere possano condurre a eccelsi risultati.