Oltre due mesi passati tra interventi chirurgici e controlli in ospedale, ed ancora l’impossibilità di rispondere ad una semplice domanda: “Di chi è la colpa?”. E’ l’assurda situazione in cui si trova Francesca Rotondo, 33enne genovese che da anni vive a Cuneo. Una storia particolare la sua, su cui vuole fare chiarezza.
Era il 10 agosto scorso: Francesca, grande appassionata di bici, esce per fare un giro. Procede verso Margarita, ma quando arriva nei pressi del parcheggio dell’azienda Bibielle, succede qualcosa. “Probabilmente sono stata investita, ma non sono in grado di dirlo con certezza, perché non ricordo nulla”, riferisce Francesca, che a causa del trauma cranico che si procura nella caduta perde la memoria a breve termine. “Il primo ricordo che ho è nel tardo pomeriggio: mi trovavo in ospedale, dove sono stata ricoverata per una notte. Avevo fratture alla clavicola, alle costole e alla scapola, e tagli ed escoriazioni su tutto il corpo”.
In mezzo, il vuoto. L’unica cosa certa è che Francesca è stata caricata su un furgone Fiat Doblò di colore grigio e lasciata nel cortile di casa insieme alla bici, danneggiata alla ruota anteriore e al manubrio: lo testimoniano le immagini di videosorveglianza, dalle quali è però impossibile leggere la targa del mezzo e riconoscere l’uomo alla guida. Mentre si trovava sull’auto, Francesca ha chiamato il fidanzato: “Mi sono fatta male, mi sta portando a casa un signore”, gli ha detto. “E’ stato tutto velocissimo, non so perché sono salita con quell’uomo, non mi ricordo nulla. Quello che so è che a oltre 70 giorni da quell’incidente ho ancora la clavicola che non si salda e problemi alla scapola, che non riesce a tornare a posto, costole rotte ed una cicatrice alla testa. Sicuramente supererò i 100 giorni di mutua: non riesco ancora ad usare il braccio destro, ho un mal di testa perenne. Non vedo la fine di questo calvario!”.
Francesca vuole capire cosa è successo: “Questa persona probabilmente mi ha investito, ma anche se mi avesse trovata ferita, poi mi ha trattata come una bestia, scaricandomi nel cortile di casa mezza moribonda, come se fossi un pacco. Non si è preoccupato di chiamare l’ambulanza o di portarmi in ospedale, semplici atti di civiltà”. Sicuramente è stata lei ad indicargli dove abita, visto che con sé non aveva nessun documento. Evidentemente era cosciente, ma altrettanto chiaramente ferita e bisognosa di assistenza e cure immediate.
Francesca ha sporto denuncia ai carabinieri, ma per ora non ha avuto nessun riscontro. La speranza è che, anche attraverso questo articolo, qualcuno che abbia visto qualcosa o che possa avere qualche informazione si faccia avanti, per chiarire la situazione.
L’invito per chiunque avesse indicazioni utili è di contattare Francesca al 340 8444251.