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“Take My Things”, l’app per il trasporto degli oggetti creata da due amici saluzzesi

Si tratta di Guido Balbis e Francesco Demichelis di Rossana: ecco di cosa si tratta

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Un problema comune: avere la necessità di trasportare qualcosa. Una soluzione geniale: utilizzare la Rete per trovare qualcuno disposto a farlo. Arriva il social transport Take My Things e grazie alla App da oggi gli oggetti viaggiano più velocemente.

A chi non è mai capitato di lasciare a casa un documento importante, di dimenticare le chiavi, di non poter recapitare un pacco quando ce ne sarebbe stato bisogno? Da ora a tutto questo pensa Take My Things… Anzi, ci pensa la Rete. L’idea, tanto semplice quanto innovativa, che sta alla base della start up è quella di mettere in contatto, attraverso la App, la domanda e l’offerta, chi deve trasportare un pacco e chi è disposto a farlo; e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.

Ogni giorno miliardi di persone si spostano, con differenti mezzi di trasporto, e spesso hanno a disposizione dello spazio per trasportare piccoli oggetti. Più utile di un post su Facebook, più efficace di un gruppo Whatsapp, più veloce di un giro di chiamate fra gli amici… Il modello è semplice, la app intuitiva, il risultato un successo sicuro.

Take My Things è una start up, pensata prima e realizzata poi da due amici di Rossana, Guido Balbis e Francesco Demichelis, dopo che Francesco aveva dimenticato a Saluzzo le chiavi della casa al mare e, non trovando una soluzione, era tornato indietro 150 km per riprenderle!

Take my Thing è delivery network, in perfetto stile sharing economy. Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025.

Scaricare la App è gratuito, iscriversi semplice e facile. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Take My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Negli anni della sharing economy e del peer-to-peer, dove tutti sono continuamente connessi, perché non utilizzare smartphone e tablet per risolvere in maniera semplice e diretta un problema? Il modello di business è quello di tante startup che hanno fatto fortuna, Bla Bla car per esempio…solo che questa volta a viaggiare sono le cose.

Ci sono Mara e Fabio che hanno vinto una scommessa, hanno indovinato quanto sarebbe pesata Alice alla nascita, e hanno ricevuto dai neo-genitori 3,5 kg di Nutella. C’è Francesca, che aveva dimenticato il passaporto a casa e se lo è fatto recapitare all’ultimo minuto. Ci sono Chiara, che abita a Milano ed è lontana da casa, e Giacomo, che fa il pendolare e ogni mese le porta un pacco della mamma. E poi ci sono i negozi, che devono consegnare gli acquisti ai clienti ma non hanno il fattorino, gli uffici, che non hanno nessuno che possa portare quella busta…

Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa… La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla.
Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità ecofriendly.
Si dice che siano le idee comuni a rendere geniali le soluzioni.

c.s.