Ha parlato un po’ di cucina e tanto di sé stesso Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ospite a Cuneo di Scrittorincittà. Al teatro Toselli, il cuoco ex rugbista diventato famoso grazie alla tv, ha presentato il suo libro “Mi sono mangiato il mondo” (Rizzoli editore), nel quale racconta i suoi tanti viaggi attraverso le fotografie scattate in giro per il mondo.
C’è ovviamente il cibo, che compare spesso nelle istantanee di Chef Rubio, ma anche nei titoli dei capitoli, con riferimenti culinari. “E’ stato un lavoro interessante – ha detto, intervistato da Elio Parola -. Ma non mi piace definire il libro mio, perché il libro è fatto delle persone che ho incontrato. E’ stato bello, attraverso le fotografie, ritornare a vivere alcune sensazioni ed emozioni provate nel momento dello scatto”.
Chef Rubio ha poi parlato del suo essere poliedrico e pieno di interessi: “In molti si stupiscono che io abbia giocato a rugby e poi sia diventato cuoco, ma a me piace fare tante cose. Mi piace viaggiare, mi piace fotografare, mi piace leggere”. Non parlategli, però, di cucina come arte: “Non lo è. Il cuoco in primis deve nutrire, comunicare è una cosa secondaria, che viene dopo. Un piatto è un qualcosa di troppo labile ed estemporaneo per essere definito un’opera d’arte. L’artista non ha nessun altro intento se non quello di comunicare qualcosa, il cuoco deve innanzitutto nutrire. Io non mi reputo assolutamente un artista”.
Rubio ha spiegato che col tempo ha imparato ad esser meno integralista sul concetto di tradizione, arrivando alla conclusione che “l’importante è che ci sia una logica nel piatto, che implica preparazione e quindi studio”, poi ha parlato del suo rapporto particolare con la televisione: “Non la guardo mai a casa, spesso non vedo neanche le mie trasmissioni. I programmi che parlano di cucina? Non so dire se ce ne siano troppi o no. Credo che l’importante è che emerga l’armonia che c’è in cucina, e che chi guarda le trasmissioni impari qualcosa o possa divertirsi”.
La cucina, come detto, è solo una parte della vita di Gabriele Rubini, che nella seconda fase dell’incontro, sollecitato dalle domande degli spettatori, ha raccontato alcune altre sue passioni. Come la fotografia: “Le prime foto le ho fatte a 10 anni, poi col tempo ho imparato a migliorare nella resa della cattura del momento. Scattavo dopo le ore di lavoro in cucina, è diventato un hobby sempre più grande. Mi piace cogliere i dettagli, i particolari che per me sono cose normali, ma che gli altri magari non riescono a vedere”.
Altro “vizio”: i viaggi. “Spendo tutti i miei soldi per viaggiare! Quando parto, mi basta portarmi dietro una macchina fotografica e dei libri: non ho bisogno di altro”. Infine, Chef Rubio ha parlato del suo impegno nel sociale e del suo essere schierato: “Mi piace dire quello che penso su temi che reputo importanti. Le iniziative sociali? Faccio semplicemente quello che tutti dovrebbero fare, provando a smuovere le coscienze della gente. Ma credo che quello che viene definito sociale è trasversale, riguarda anche l’essere gentile con le persone, regalare un sorriso, aiutare qualcuno che è in difficoltà”.