A distanza di pochi giorni dall’annuncio di Conad e dopo la rinuncia di Eurospin alle uova provenienti da allevamenti in gabbia, altre due aziende del settore alimentare hanno deciso di dire basta alle gabbie.
Maina e Ferrero sono infatti entrambi attori molto importanti in questo scenario e Animal Equality è lieta di annunciare che – dopo lunghi mesi di lavoro da parte del dipartimento di sensibilizzazione aziendale e di altre organizzazioni – entrambe le aziende hanno reso pubblica una nuova policy sulla rinuncia all’acquisto di uova e ovoprodotti da galline in gabbia.
Ferrero – tra le prime ad abbandonare le gabbie per le galline ovaiole in Italia e in Europa già a partire dal 2014 – nel nuovo rapporto di sostenibilità estende il proprio impegno anche al Messico e alla Turchia, dove ha creato nuovi impianti di produzione di costruzione più recente.
I dipartimenti di Animal Equality in Italia e in Messico hanno collaborato costantemente, portando il colosso italiano della produzione dolciaria verso questa decisione e aprendo così la strada a molti nuovi impegni in questi paesi da parte di altre aziende e multinazionali.
«Animal Equality è un’organizzazione che opera a livello internazionale, e questo è un dato importante da considerare nel lavoro di sensibilizzazione aziendale in un mondo globalizzato» spiega Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia.
Maina invece – una delle prime aziende italiane nel settore ricorrenza – ha dichiarato il proprio impegno dopo il dialogo intercorso tra l’azienda e il dipartimento di sensibilizzazione aziendale di Animal Equality.
“Il piano di abbandono delle gabbie sarà completamente implementato entro dicembre 2020 e ridurrà la sofferenza di centinaia di migliaia di galline” sottolineano da Animal Equity.
“Dopo Balocco, Tre Marie e Paluani, anche Maina – altra azienda leader proprio nella produzione di panettoni e con esportazioni in oltre 40 paesi nel mondo – ha quindi deciso di allontanarsi dall’utilizzo delle gabbie per le galline ovaiole. L’azienda si è impegnata ad esigere che i fornitori abbandonino definitivamente le uova provenienti da galline in gabbia da tutta la produzione a marchio Maina nei prossimi due anni” aggiungono da Animal Equity.
«Ci auguriamo che altre aziende facciano questa scelta, prima fra tutti Bauli, gigante del settore e concorrente delle aziende sopracitate, che al contrario di Maina, Balocco e Paluani, non ha fatto ancora alcun passo per migliorare le condizioni di vita degli animali coinvolti nella propria filiera» conclude Cupi.
c.s.