Raggiunti i 9000 trapianti di organo in Piemonte

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Sono stati raggiunti i 9000 trapianti in Piemonte. Un traguardo eccezionale e prestigioso, che conferma il Piemonte al top in Italia in questo campo. L’ultimo, il 9000, è stato un trapianto di fegato, effettuato con successo il 30 novembre, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, ad un uomo di 67 anni dalla provincia di Alessandria, affetto da epatopatia di origine virale complicata da un tumore al fegato.

Ricordando la storia e le date principali, il programma di trapianto di rene è “l’anziano” del gruppo: il 7/11/1981 è avvenuto il primo intervento all’ospedale Molinette di Torino e dal 4/11/1998 i trapianti si svolgono anche presso l’ospedale di Novara. Due anni dopo è stato effettuato il primo trapianto su paziente pediatrico, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita: era il 9/11/2000. Il primo trapianto di cuore è avvenuto presso l’ospedale Molinette il 3/4/1990 e, dodici anni dopo, il 22/4/2002, è stato effettuato il primo trapianto di cuore pediatrico, presso l’ospedale Infantile di Torino. Il programma di trapianto di fegato, che si effettua solo presso l’ospedale Molinette, è partito con il primo intervento il 10/10/1990 su paziente adulto ed il 10 gennaio 1993 su paziente pediatrico. Dal 1999 sono stati poi effettuati trapianti su pazienti molto piccoli, in prevalenza affetti da patologie congenite. Ed ancora si ricordano: il primo trapianto di polmoni, eseguito alle Molinette il 5/9/1993, ed il primo trapianto di pancreas effettuato il 18/8/1999 sempre alla Molinette. Anche l’attività di trapianto da donatore vivente, che a Torino è stata avviata per il rene dal 14/5/1985 e per il fegato dal 21/5/2001, ed a Novara dal 13/12/2003 per il rene, ha negli anni visto incrementare con rapidità i numeri degli interventi.

Complessivamente sono stati effettuati 4856 trapianti di rene (di cui 1288 sul polo di Novara), comprendenti tipologie complesse, come quelli che richiedono il trapianto di entrambi i reni sullo stesso ricevente, o quelli su pazienti pediatrici molto piccoli, ed ancora quelli da donatore vivente (come è stato il trapianto numero 8999), e molti trapianti combinati con altro organo (in particolare con il pancreas ed il fegato). Relativamente ai trapianti di rene da vivente vengono valutate annualmente decine di coppie donatore / ricevente, effettuando ormai con regolarità trapianti anche in presenza di incompatibilità per gruppo sanguigno. Si sono oggi perfezionate le tecniche per rimuovere anticorpi anti-tessuto dai candidati al trapianto che, unite a metodi per studiarli sempre meglio, consentono di trapiantare soggetti con moltissimi anticorpi e scarse probabilità di ricevere un trapianto. Molti inoltre i trapianti di rene eseguiti in pazienti che non hanno ancora iniziato la dialisi: essi rappresentano una grande opportunità, consentendo una maggior durata del trapianto.

Gli interventi di trapianto di fegato sono da sempre un numero rilevante, 3133, e molti di essi di difficile esecuzione: basti pensare agli split epatici (due trapianti a partire da un unico fegato che viene suddiviso), ai trapianti di fegato combinati con altro organo, ma anche a quelli provenienti da donatore vivente ed agli interventi su pazienti pediatrici. Ad esempio circa un mese fa è stato trapiantato con successo in urgenza un uomo di 69 anni della provincia di Torino per un avvelenamento da funghi (da amanita falloide). L’ottimo ed efficiente sistema trapianti gli ha garantito un fegato da Catanzaro appena dieci minuti dopo essere stato inserito in lista nazionale trapianto. Il rene ed il fegato beneficiano oggi anche della possibilità di essere “ricondizionati” tramite macchine di perfusione prima del trapianto, e questo consente di utilizzare organi che altrimenti sarebbero scartati, e nello stesso tempo di migliorare la funzione degli organi provenienti da donatori non ottimali. I trapianti di pancreas isolato sono stati 8.

Il cuore è stato trapiantato per ben 664 volte, di cui 45 volte su bambini molto piccoli; il polmone è stato trapiantato su 339 pazienti, molte volte come doppio trapianto di entrambi gli organi sullo stesso ricevente, o a favore di pazienti pediatrici. Dal 2011 sono stati effettuati anche 32 trapianti di polmone con una particolare tecnica che permette di rigenerarli e migliorarne la qualità prima del trapianto.

A livello italiano il Piemonte è da sempre collocato in posizioni di eccellenza: i centri di trapianto di rene e di fegato occupano costantemente le prime posizioni, come pure quelli dei trapianti toracici, certamente con numeri più piccoli su tutto il territorio nazionale per la minor quantità di donatori idonei per questa tipologia d’organo. La Città della Salute è quella che in Italia trapianta il maggior numero di organi da donatore deceduto: 330 nel 2017.

I dati di riuscita dei trapianti indicano in maniera evidente che essi rappresentano ad oggi la terapia che consente ai pazienti la miglior prospettiva di vita. Esaminando solo gli ultimi anni per i trapianti eseguiti in Piemonte ci assestiamo, per il rene, ad una sopravvivenza dell’organo a 5 anni pari a 83%. Il cuore ha una sopravvivenza del 70%, il fegato dell’82%, i polmoni del 46%. Questi dati testimoniano gli importanti progressi organizzativi e chirurgici, di gestione della terapia immunosoppressiva, di mantenimento del donatore e gestione del paziente, e del lavoro coordinato di professionisti di discipline diverse.

Uno sguardo ai pazienti in lista fa capire però che il numero di trapianti non è ancora in grado di azzerare il numero di coloro che aspettano un organo: al 31 ottobre 2018 erano 804 i pazienti in attesa di un trapianto di rene, 67 in attesa di un trapianto di fegato, 98 in attesa di un cuore, 71 di un polmone, 9 di pancreas e suoi combinati. Abbiamo inoltre una importante richiesta di inserimento in lista da parte di cittadini non residenti in Piemonte: questi pazienti sono circa il 33% dei candidati in attesa di trapianto renale ed il 43% circa di quelli in attesa di trapianto epatico. I non residenti in attesa di trapianto di cuore sono il 21% e di polmone il 57%. Il Piemonte ha dunque un ottimo potere di attrazione per i pazienti non residenti in regione, rappresentando un’eccellenza.

Dietro a questi successi ed ai grandi numeri ci sono i donatori e le loro famiglie: a loro corre il primo ringraziamento. Occorre poi ringraziare tutti i professionisti che si sono dedicati ai trapianti: le équipes di chirurgia cardiotoracica, di cardiologia e di pneumologia dell’ospedale Molinette e di quello Infantile Regina Margherita di Torino; le équipes di chirurgia epatica e pancreatica e le gastroenterologie degli stessi due ospedali; le équipes di urologia, di chirurgia vascolare e di nefrologia dei due ospedali torinesi e di quello di Novara. Sono infatti numerose le strutture e le persone che sono chiamate ad operare, spesso nelle ore notturne, nella gestione, prelievo e trapianto di organi che provengono da regioni diverse ed alcune volte anche da Paesi esteri. Ed ancora occorre ringraziare i professionisti degli ospedali che segnalano i potenziali donatori deceduti, i coordinamenti regionali, ospedalieri e di trapianto per l’ottimo lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere l’eccellenza dell’attività trapiantologica.

“Il traguardo dei 9000 trapianti raggiunti conferma che il Piemonte è tra le migliori realtà a livello nazionale ed europeo: siamo orgogliosi del lavoro svolto in questi anni dai medici e dalle loro equipe. Un grazie ai medici per la grande professionalità e perizia ed ai donatori che hanno dato un contributo fondamentale: la cultura della donazione è un patrimonio della nostra regione che intendiamo diffondere sempre di più tra i cittadini”– dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta.

Il Direttore generale della Città della Salute di Torino Silvio Falco: “Un grande traguardo che testimonia l’eccellenza della Città della Salute di Torino. Un ringraziamento a tutti coloro (dai chirurghi agli infermieri dagli autisti agli operatori tutti) che notte e giorno e per 365 giorni l’anno fanno funzionare al meglio un sistema che permette di salvare vite e che è diventato uno dei nostri fiori all’occhiello ed un ponte verso il futuro Parco della Salute”.