Home Eventi “Le armonie della memoria” portano la grande musica a Savigliano

“Le armonie della memoria” portano la grande musica a Savigliano

0
718

Seguendo principi di progettazione ormai collaudati ed accolti dal favore di un pubblico numeroso ed attento, la stagione artistica 2019 delle “Armonie della Memoria” di Savigliano si snoda dal 1 gennaio al 12 aprile all’insegna della varietà propositiva sostenuta da scelte oculate per il parco interpreti. Dalla musica colta al rock, dall’orchestra al recital solistico, dal nome circondato di fama allo spazio per i giovani strumentisti, l’armonia si realizza in primis nell’equilibrata distribuzione dell’offerta concertistica, peraltro dislocata in sedi prestigiose, come la splendida sala affrescata di Palazzo Taffini, di forte impatto visivo e sostenuta da accurate modalità di ospitale accoglienza. E se tutto il patrimonio dell’arte, nell’età dell’effimero, rivendica la memoria culturale a sostegno ineludibile dell’identità individuale e sociale, la memoria storica incontra un evento eccezionale all’interno del presente calendario, affidando al celeberrimo Coro della Sat di Trento l’appuntamento con gli anniversari della Prima Guerra Mondiale. Proprio dalle melodie ascoltate in quegli anni di povertà, miseria e sofferenza cominciava infatti l’avventura musicale dei fratelli Pedrotti, destinata ad una fortuna planetaria. E ancora si dice e s’ascolta di guerra e d’amore, nonostante tutto, nelle pagine di Etty Hillesum, diario d’olocausto, per il reading di Ubaldo Rosso ed Elena Zegna in occasione della giornata ufficiale “della memoria”. Storie diverse, ma sempre dentro la storia, il calendario dispone quindi una ridda di serate tutte imperdibili, per il gusto di festeggiare all’italiana il Capodanno con le immortali melodie di Verdi, per riscaldare il cuore nel freddo inverno con il clima mediterraneo di tanghi argentini, per rifugiarsi nei fumosi bistrot della belle-epoque non solo parigina, per sognare al ritmo sensuale del flamenco spagnolo. A soddisfare esigenze di altro impegno estetico si guardi infine alla musica da camera, dentro le locandine “per i giovani” al Museo Civico, con i capolavori del quartetto d’archi firmati da Mozart o Janacek, oppure ai preziosismi inediti del trio inconsueto flauto, clarinetto e chitarra, o ancora al pianoforte (all’Auditorium della Croce Nera), sicuro approdo, tra Bach, Schumann e Chopin, per gli inguaribili eterni romantici.

Martedì 1 gennaio 2019 ore 17,00 Teatro Milanollo

CONCERTO DI CAPODANNO “Galà Verdi”
ORCHESTRA FILARMONICA VARESINA

Aleksandra Kirsanova soprano
Ragaa Eldin tenore
Alessandro Longhi direttore
In collaborazione con L’Associazione Amici dell’ospedale SS. Annunziata di Savigliano

A dare il buon esempio ha cominciato Venezia, prestando l’orchestra del Teatro “La Fenice” ad un concerto di Capodanno che esprimesse l’identità musicale italiana, contraltare armonioso all’austro-ungarico Strauss della mitica Vienna ottocentesca. E allora W V.E.R.D.I. (Vittorio Emanuele re d’Italia) come si scrisse sui muri di Roma all’indomani de “Un ballo in maschera” , quando ormai il bussetano, più propenso ora ai drammi interiori dei suoi eroi che alle marziali melodie risorgimentali, era comunque diventato il nume tutelare dell’indipendenza nazionale. Echi di quel “vivere la battaglia” risuonano tra Nabucco, Ernani e Giovanna d’Arco, mentre le indimenticabili arie da Rigoletto, Trovatore, Traviata e dallo stesso Ballo si prestano ad esaltare le qualità del “triangolo” vocale, soprano tenore, baritono. Niente cappa e spada però: in questo caso si faccia festa, per finire e per cominciare, con un benaugurale “Libiam ne’ lieti calici”

Venerdì 19 gennaio 2019 ore 21 Auditorium M. Salvagno (Croce Nera)
FLAMENCO NUEVO

Jose Salguero cante
Riccardo Garcia Rubi, Sergio Varcasia chitarra
Dario Carbonelli, Michela Mancini, Federika Lovisi Roca, Virginia Colella baile
Attilio Celona, Gabriele Gagliarini cajon

La musica e la danza Andalusa, formata dal “cante” e “baile” sono la Spagna del Flamenco, gioia e dolore in un linguaggio intimo e privato che si esprime ritmicamente, attraverso il battito dei piedi sul terreno e delle mani nello spazio, acquisendo aspetti arcani d’un ritualismo magico e arcaico. Canto e danza, con il suono semplice e tradizionale di chitarra e cajon, trasmettono emozioni in una forma di spettacolo unico e originale. La compagnia «Flamenco Nuevo» diretta da Dario Carbonelli, titolare della scuola romana «Spazio Flamenco», nata dalla volontà di creare un gruppo di lavoro capace di rappresentare il flamenco nella sua forma più completa e rispettosa della tradizione, guarda anche all’evoluzione del linguaggio artistico in una prospettiva di continua trasformazione, consona all’originaria auralità del prodotto. La proposta “racconta” così vari palos (stili) del flamenco dalla struttura più profonda (Seguiriya) alla più leggera (Alegrias, Tango) per arrivare allo stile di provenienza latino americana (Guajira).

Venerdì 25 gennaio 2019 ore 21 Palazzo Taffini

CONCERTO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA E DEL RICORDO
Elena Zegna voce recitante
Ubaldo Rosso flauti

„Sappilo, Dio: farò del mio meglio. Non mi sottrarrò a questa vita. Di tanto in tanto, però, dammi un segno. E fa’ in modo che esca da me un po’ di musica, fa’ in modo che trovi una forma ciò che è in me, che lo desidera così tanto.“ Così negli scritti di Etty Hillesum (1914-1943), giovane donna ebrea di Amsterdam, intensa e passionale, cresciuta con Rilke, Jung e Dostoevskij, nel solco della kultur mittteleuropea. L’olocausto, un sacrificio accolto – lei che avrebbe potuto salvarsi – nella piena coscienza di condividere la sorte infausta del suo popolo, ne spense con violenza il sorriso prima dei trent’anni, ma la sua voce risuona ancora alta e forte nell’eredità spirituale della dreatività letteraria. Sue sono parole dure ed insieme commoventi, che rivendicano all’arte un messaggio di armonia, capace di vincere orrore e dolore. Il nuovo “reading” di Elena Zegna e Ubaldo Rosso accompagna le parole di Etty con musiche in parte espunte dalla tradizione ebraica, in parte antologicamente d’ogni tempo, dal Rinascimento ai giorni nostri, a confermarne un messaggio d’umanità oltre il tempo effimero e distorto dell’uomo

Venerdì 15 febbraio 2019 ore 21 Auditorium M. Salvagno (Croce Nera)

RECITAL PIANISTICO DI SABRINA LANZA

Sabrina Lanza pianoforte
Allieva di Friedrich Gulda che, sin da subito, la definisce “un nuovo talento, interprete originale, dotata di rare potenzialità espressive” Sabrina Lanza frequenta abitualmente prestigiose sale italiane ed europee in recital solistici, cameristici e soprattutto con l’orchestra. E nel mentre virtuosisticamente si esibisce nell’integrale dei concerti di Rachmaninoff, per il concerto saviglianese impagina un programma di denso spessore intellettuale abbinando al Bach in persona del sublimato Settecento danzante, le suggestioni bachiane elevate alla bravura strumentale dal neoclassico sui generis Busoni, pianista sopra tutto e sopra tutti. Poi il romanticismo, quello intimo e raccolto di Chopin e Schumann, dove al polacco spetta l’ispirazione veneziana di una ritmica acquatica e cullante, al tedesco la poesia cangiante, ora serena ora malinconica ora esuberante di uno scenario naturale vissuto all’ombra di Eichendorff, Hoffmann o Hebbel, tra paesaggi bucolici e dirupi scoscesi, metafore di altrettanti paesaggi sentimentali, oscillanti, nel ciclico incedere dei fulminei quadretti di genere, tra il calmo Eusebio e il passionale Florestano.

Sabato 09 marzo 2019 ore 21 Teatro Milanollo

CORO DELLA SAT DI TRENTO
In collaborazione con Associazioni Nazionali Alpini, Amici dell’ospedale SS. Annunziata,
Coro Polifonico Città di Savigliano
“Chi abbia avuto modo di ascoltare una sola volta questi ragazzi vestiti da montanari, questi operai, questi studenti, questi impiegati, credo sinceramente non potrà dimenticare mai più quella loro voce calda e penetrante che ripete all’infinito, con una precisione e preparazione tecnica degna dei più famosi complessi professionisti, quelle malinconiche storie senza speranza, popolate di amanti infelici, di spose morte d’amore, di giovani innamorati, di soldati lontani, pervase da una saggezza temprata nei secoli sulla dura vita delle montagne, da un’ingenuità di sentimenti infantile e commovente, da un ritegno pieno di pudori ma carico di generosità”. Niente di meglio delle parole di Roberto Lejdi per accompagnare il coro alpino più famoso al mondo, nato ufficilamente a Trento nel 1926 per iniziativa dei fratelli Pedrotti e di alcuni amici, oggi diretto, restando in famiglia, da Mauro Pedrotti, nipote di Silvio e figlio di Mario. Melodie ascoltate per strada, in fabbrica, in guerra e in pace, tradite spesso solo oralmente, diventavano pian piano musica scritta, nelle armonizzazioni dei Pedrotti prima e poi di compositori di fama come Antonio Pedrotti, Renato Dionisi, Arturo Benedetti Michelangeli, Luigi Pigarelli, Andrea Mascagni, Giorgio Federico Ghedini, Bruno Zanolini. Fedele sempre a se stesso il Coro della Sat ha trasformato l’hic et nunc della musica popolare in un repertorio destinato all’universalità della storia.

Domenica 10 marzo 2019 ore 16,30 Museo Civico (PER I GIOVANI)

TRIO Kreisel
Emanuele Groppo flauto
Matteo Del Maso clarinetto
Daniele Ligios chitarra

Joseph Kreutzer – Trio Op.16
Allegro risoluto
Adagio
Alla polacca

Arthur Johannes Scholz – Suite per flauto, clarinetto e chitarra Op.250
Arabischer Schleiertanz
Serenata
Barcarole
Le Sabat (Der Kreisel)

Vittorio Monti – _Czardas (5m)

Il Kreisel Trio è nato a Torino nel 2017 durante una ricerca storica su Arthur Johannes Scholz, talentuoso compositore del primo Novecento recentemente riscoperto, di cui porta al pubblico in prima esecuzione assoluta le opere 250 e 138 in occasione delle rassegne “Torino città delle mille corde” e “Six ways”, riscuotendo grande successo. Oltre alla partecipazione a diverse rassegne concertistiche piemontesi, nel 2018 il trio ottiene il primo premio al concorso nazionale “Ansaldi” di Roburent e il secondo premio al concorso internazionale “Città di Favria”. La personalità del trio si riconosce nella ricerca di un repertorio originale per la particolare formazione, sicuramente non cosi inconsueta nel mondo musicale del primo Ottocento, con flauto e clarinetto in luogo degli archi e la chitarra pronta a vivere un momento di gloria cameristica in area colta italiana (da Paganini, a Gragnani o Carulli) nonchè nordica (Joseph Kreutzer parente forse del “famigerato” autore dei celebri Studi violinistici), attesa la ben diversa “manovrabilità” rispetto ad altre tastiere (pianoforti od organi che fossero). Ma l’esiguità del repertorio non spaventa i componenti del trio, che non disdegnano la pratica dell’arrangiamento, magari “copiando” da quel territorio violinistico (come nel caso della Czardas di Monti) così vicino (Paganini docet) alla chitarra.

Domenica 17 marzo 2019 ore 16,30 Museo Civico (PER I GIOVANI)

QUARTETTO ECHOS
Andrea Maffolini, Ida Di Vita violini
Giorgia Lenzo viola
Martino Maina violoncello

Il quartetto d’archi ‘Echos’ nasce nel 2013 all’interno del conservatorio G.Verdi di Torino dalla passione per la musica da camera che da sempre ne accomuna i componenti. In questi anni di attività la compagine ha avuto modo di approfondire lo studio d’assieme con prestigiosi maestri nonché di esibirsi per importanti stagioni concertistiche italiane, guadagnandosi anche il premio della critica Abbiati “Piero Farulli”. Due capolavori in locandina per testare ampiamente le qualità degli interpreti: il Quartetto K 465 di Mozart, con il suo mitico esordio costruito su un arditissimo impianto tonale, tanto da guadagnare il soprannome di Quartetto “delle dissonanze”, salvo poi disporre teatrali contrasti, atmosfere contemplative, arguzie fraseologiche, calibrati giochi di imitazione. Con un ampio salto temporale Leos Janacek sceglie proprio la tradizionale astrattezza dell’ensemble d’archi per descrivere (“Lettere intime” si nomina la pagina) la passione per Kamila Stösslovà, di 38 anni più giovane di lui, trasformando in musica la sua corrispondenza amorosa: “Ho cominciato un Quartetto – scrisse a Kamila -, lo chiamerò Lettere d’amore. Posso finalmente scrivere della musica su di esse […] Conterrà la nostra vita». E soprattutto i moti interiori del compositore, in un procedere rapido e nervoso, frammentario ed irregolare.

Venerdì 22 marzo 2019 ore 21,00 Teatro Milanollo

MAGASIN DU CAFE’
Luca Allievi chitarra acustica
Davide Borra fisarmonica, sint
Alberto Santoru contrabbasso elettrico, cassa, effetti
Mattia Floris chitarra
Magasin Du Café evocano atmosfere d’altri tempi: la magia dei bistrot, delle milonghe e dei club newyorkesi sempre in bilico tra modernità e tradizione. I quattro musicisti portano sul palco la loro esperienza con musiche intense e ironia. Tra swing, manouche, folk, tango, rock e musica contemporanea. La peculiarità di questo progetto è la miscela tra eleganza ed energia! Richard Galliano, Gorny Kramer, Astor Piazzolla, Django Reinhardt incarnano i musicisti che influenzano più la loro musica ma non mancano citazioni a Edith Piaf, Charlie Chaplin, Carlos Gardel, Yann Tiersen, Bach.

Venerdì 12 aprile 2019 ore 21,00 Auditorium M. Salvagno (Croce Nera)

LUMIÈRE ENSEMBLE (spettacolo di tango)
Ruben Peloni voce
Sebastian Romero e Claudia Sorgato ballerini
Cristina Bertoli flauto – Marco Fabbri bandoneon
Lorenzo Gabellini contrabbasso – Stefano Giavazzi pianoforte
In collaborazione con l’Associazione Faitango
Con il concerto “Vuelvo al Sur” il Lumière Ensemble vuole rendere un omaggio ai più rappresentativi compositori argentini del 900, da Ginastera a Piazzolla, attraversando il percorso artistico che lega i due grandi compositori con autori come H. Esposito, O.Pugliese, S. Discepolo,  A. Gomez,  J. Plaza, C. Gardel e L. Demare. Nel progetto “Vuelvo al Sur” confluiscono tutte le varie suggestioni culturali nonché le abilità strumentali e creative del gruppo, con i sensuali impasti timbrici del flauto e del bandoneon, che a più riprese si sfidano in intricati e ricercati effetti percussivi e dove alla base della milonga si aggiungono in mirabile simbiosi la tecnica del contrappunto e l’inimitabile freschezza dell’impressionismo, in una tensione virtuosistica che esalta al massimo le diverse sfaccettature della musica argentina.