E’ una personalità poliedrica: criminologo e, in quanto tale, saggista assai apprezzato, scrittore di romanzi “noir” e tenente colonnello dell’Arma, comandante dei Nas (l’acronimo sta per Nuclei antisofisticazione e sanità, ma l’odierna denominazione esatta è Comando Carabinieri per la tutela della salute, a testimonianza del potenziamento della sfera d’attività conquistato sul campo dal 1962) di Alessandria, con competenza anche sulle province di Cuneo e Asti.
Biagio Fabrizio Carillo è ben noto ai nostri lettori, essendo stato protagonista, con
Alessandro Meluzzi, della serata organizzata da “IDEA” al Teatro sociale poco più di un anno fa ed essendo il curatore della rubrica della rivista in cui offre consigli sui migliori libri per gli appassionati di vicende “noir”.
Ma la sua fama va ben oltre il perimetro territoriale delimitato dall’area di diffusione di questa testata, in virtù anche delle capacità divulgative e comunicative, nonché della sensibilità umana di cui dà prova nelle sempre più frequenti presenze in trasmissioni e spazi giornalistici della Rai, di Telecupole Piemonte e di Telecity 7 Gold, nonché in varie
emittenti radiofoniche.
Nel corso del 2019 altre conferme verranno dai “talk show” imperniati sulla criminologia previsti dal progetto itinerante nella Granda che “IDEA” sta perfezionando con lui.
Del resto in primavera, in abbinamento ai quotidiani “La stampa”, “La nazione”, “Il resto del carlino”, “Il giorno”, quindi a diffusione nazionale, uscirà il suo saggio “Sulla scena del crimine” che, affiancando un’ampia selezione di disegni esplicativi a testi dall’elevato contenuto professionale, ma redatti affinché siano comprensibili pure alla “casalinga di
Voghera”, illustrerà con una veste grafica molto accattivante quanto ruota attorno alla prova scientifica e al ruolo dell’investigatore di fronte a essa e cosa fare o non fare sul luogo ove è avvenuto il reato.
Sono temi che attirano l’attenzione di milioni di persone, purtroppo spesso affrontati, sui mass media, da chi non ha precise competenze e punta soprattutto sul “côté” morboso al fine di fare ascolti e far parlare di sé.
Non è un rischio che si corre con Carillo, per la particolare sensibilità di cui abbiamo detto, ma anche perché oltre trent’anni di servizio nell’Arma gli offrono le basi fondamentali del suo essere nello stesso tempo Carabiniere, criminologo e scrittore.
Né va trascurata la preparazione di cui può portar vanto, essendo egli stato allievo e collaboratore di eminenti studiosi come lo psichiatra forense Ugo Fornari, erede della cattedra lombrosiana, e Guglielmo Gulotta che fu discepolo di Marcello Cesa-Bianchi e autentico capostipite della psicologia giuridica italiana.
Prima di approdare alla letteratura “noir” con l’immediato successo condiviso con Massimo Tallone, Biagio Fabrizio Carillo si è fatto un nome quale autore di saggi adottati a livello universitario, come “L’investigatore criminologo”, “Ricostruire il delitto”, “Investigare il crimine d’autore con la psicologia e criminologia investigativa” e “Tecnica dell’investigazione-L’attività della Polizia giudiziaria dalla notizia di reato all’accusa”.
Queste competenze l’hanno portato a insegnare per quasi quattro anni presso l’Istituto superiore di tecniche investigative di Velletri, centro deputato alla formazione dei migliori esperti dell’Arma dei Carabinieri.
Poi, in costanza dell’impegno quale ufficiale della Benemerita e della continua formazione scientifica, è arrivata l’esperienza di scrittore. Con Massimo Tallone ha dato vita alla coppia che i critici hanno definito “i nuovi Fruttero e Lucentini”.
«Abbiamo costituito un sodalizio in cui ciascuno apporta le proprie competenze e capacità», commenta Carillo. «Il risultato ci ha confortato dal punto di vista delle vendite e, soprattutto ,del gradimento ottenuto, tanto è vero che stiamo lavorando alla settima parte della saga di Lola, la protagonista dei nostri romanzi, tutti ambientati nella Torino degli ultimi».
Ma quanto c’è di Lola in Biagio Fabrizio Carillo?
«C’è molto, considerando i casi umani e le delicatissime questioni che incontro ogni giorno svolgendo il mio compito di Carabiniere, anche se sono convinto che uno scrittore non dovrebbe mai cedere alla tentazione dell’autobiografia. In lei e nelle vicende che narriamo cerchiamo di immedesimarci al massimo, ciascuno con la propria sensibilità. Il nostro scopo è di fotografare la realtà attraverso una trama di fantasia e le tematiche trattate, molto crude, non assumono le vesti dell’analisi sociologica, né vogliono suscitare commiserazione attraverso una patina ovattata. La vita di ogni giorno è fatta anche di realtà criminali, di tante persone finite ai margini della società, magari non sempre per colpe proprie, e nei nostri romanzi Massimo e io vogliamo darne testimonianza».
Il tenente colonnello Carillo, pur non cercando le luci della ribalta, sempre più spesso si affaccia sulla scena nazionale, però non dimentica le proprie radici: «Coltivo un attaccamento particolare nei confronti del Piemonte e della Granda che mi hanno dato tanto dal punto di vista umano e professionale, dove ho iniziato la carriera, a Mondovì, città in cui ho conosciuto mia moglie, a Mombasiglio, al comando della Compagnia di Fossano e in tanti altri centri dove ho molti cari amici».
La poliedricità di Biagio Carillo
Comandante dei Nas dei Carabinieri di Alessandria, criminologo con solide basi scientifiche, scrittore di romanzi “noir” di successo e apprezzatissimo divulgatore, senza mai tralasciare una forte sensibilità per i temi sociali