Accompagnare i ragazzi nell’uso di smartphone e tablet, non solo imponendo orari, ma dando loro l’esempio perché imparino ad autolimitarsi: è uno dei consigli dati ai genitori nella serata «Smart invasion», organizzata venerdì scorso a Sommariva del Bosco dall’Istituto comprensivo Arpino, in collaborazione con il Comune, la Città di Bra, la Fondazione Crc e il Centro Steadycam dell’Asl Cn2.
Oltre a papà e mamme, hanno partecipato anche molti insegnanti, il dirigente scolastico Secondino Bossolasco, il sindaco di Sommariva del Bosco Matteo Pessione e l’assessore all’Istruzione dello stesso Comune, Cinzia Spagnolo.
La constatazione alla base dell’intervento educativo è che è più facile lasciare il telefonino in stand by sempre acceso (quindi sempre connesso e pronto a farci avere notifiche e messaggi) che spegnerlo. I produttori inducono a passare più tempo possibile su smartphone e tablet anche attraverso il potentissimo meccanismo della ricompensa: sempre nuove informazioni, foto e like sui social, sempre nuove sfide e punti nei videogame.
Con l’obiettivo che l’utente acquisti qualcosa, prodotti fisici (magari su Amazon, da cui arrivano pubblicità continue) o digitali (livelli e personaggi di videogiochi, app, musica, film). È come un centro commerciale sempre aperto per trattenere i potenziali clienti, cui si aggiunge un’altra caratteristica tipica dei dispositivi elettronici: la velocità. Così diventa molto difficile riflettere su ciò che si posta on line e sui «mi piace» che si assegnano, perchè c’è l’ansia di arrivare prima degli altri.
«Qui entra in gioco l’educatore, genitore o insegnante che sia – ha spiegato Giuseppe Masengo, esperto di media del centro Steadycam dell’Asl Cn2 -. Accompagnare significa anche mettere una limitazione nell’uso, a tavola, di notte, quando ci si parla. Così si rallenta e si creano tempi in cui riflettere, affinché le operazioni automatiche come un click si trasformino in azioni meditate, coscienti delle conseguenze».
Una strategia tesa anche a ridurre gli episodi di cyberbullismo o, semplicemente, di stupidità in rete.
c.s.