Derubavano nelle case delle donne anziane, di cui riuscivano precedentemente a carpire la fiducia. Un modus operandi collaudato quello utilizzato da A. L. e G. M., madre e figlio di 54 e 38 anni di etnia sinti che vivono a Nichelino. Cinque gli episodi accertati dai carabinieri, commessi a Mondovì tra il 13 luglio e il 30 agosto 2018: tre portati a termine, due solo tentati.
I due malviventi sono stati arrestati al termine di un’articolata indagine condotta dalla compagnia di Mondovì, i cui dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa. Esperti e molto astuti, madre e figlio agivano sempre nello stesso modo: mentre l’uomo aspettava in auto, una Fiat Stilo di colore grigio chiaro, la donna si avvicinava alla vittima, scelta accuratamente dopo averne studiato i movimenti e carpito alcune informazioni.
Si trattava sempre di signore anziane, a cui la truffatrice si presentava come un’amica o una collega dei figli, di cui mostrava di conoscere il nome. Altre volte si spacciava per una dottoressa che le aveva avute in cura. Guadagnata la fiducia, per lei era semplice riuscire a farsi aprire le porte di casa, passaggio che solitamente avveniva attraverso la richiesta di poter vedere il pavimento in marmo di cui tanto aveva sentito parlare, oppure chiedendo la cortesia di poter lasciare in custodia i propri gioielli vista la presenza nella propria abitazione di muratori per alcuni lavori.
La donna era talmente scaltra, che spesso l’anziana arrivava addirittura ad offrirle il caffè, mentre la truffatrice si muoveva con disinvoltura nell’abitazione, riuscendo ad impossessarsi di denaro e preziosi custoditi nei cassetti. In un’occasione, la 54enne è riuscita a rubare addirittura 11 mila euro in contanti. Tre i colpi andati a segno, due quelli sventati per i sospetti delle vittime, ma i carabinieri sono convinti che si siano verificati altri casi, non ancora emersi per la vergogna delle persone truffate.