Il recente arresto di due persone responsabili di alcuni furti in abitazioni di anziani a Mondovì ha riacceso i riflettori su un problema in calo, ma comunque sempre presente. Nello specifico, i due arrestati, madre e figlio, “agganciavano” le loro vittime, sempre donne di una certa età, nei pressi delle loro abitazioni, quindi si guadagnavano la loro fiducia dimostrando di conoscere i loro figli o aspetti della loro vita, riuscendo così ad entrare in casa con loro.
Uno dei tanti metodi utilizzati dai malintenzionati per mettere a segno le loro truffe, che come ha ricordato il comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Cuneo Marco Pettinato, negli ultimi due anni sono quasi dimezzate nella nostra provincia, passando dalle 300 del 2016 alle poco più di 150 nel 2018. Dati confortanti, che dicono che il fenomeno è in calo, ma anche che continua sempre ad essere presente. Ecco perché è utile ricordare alcuni accorgimenti e consigli per le persone anziane.
“Innanzitutto siamo di fronte sempre a soggetti sconosciuti, a facce mai viste prima – ha sottolineato Pettinato -. L’atteggiamento di questi truffatori è sempre orientato al tentativo di rompere il muro della diffidenza, con comportamenti affabili, una buona parlantina, vestiti eleganti e spesso uniformi indossate. Per convincere la vittima che sono persone di cui ci si può fidare, utilizzano informazioni che hanno carpito in precedenza, riguardanti soprattutto il nome dei figli o di altri parenti. Quindi si arriva alla richiesta di aiuto per qualche problema, che si risolve comunque sempre con dei soldi, che possono essere fatti prelevare a sportelli bancomat o presi direttamente nelle abitazioni delle vittime”.
Poche indicazioni, utili per farsi venire qualche sospetto: “E’ sufficiente avere la giusta diffidenza. Se vedono che la vittima ha qualche perplessità, vuole chiamare un parente o le forze dell’ordine, questi truffatori se ne vanno. Nel dubbio, comunque, chiamate sempre i carabinieri”.