“Scommetto sul futuro. A leggere i social sembrerebbe che l’Italia sia diventato il Paese dell’intolleranza, della non accettazione, della non comprensione. Io non credo sia così. Io ho molta fiducia nei giovani, ho molta fiducia nel futuro, perchè il bene vuole sempre il bene, e la vita cerca sempre la vita. E’ un’equazione matematica, se no come facciamo a stare ancora qui dopo centinaia di migliaia di anni?”.
E’ solo un passaggio dell’emozionante lectio magistralis “Le strade della parola” di Ermal Meta, andata in scena ieri sera alla Fondazione E. di Mirafiore a Serralunga d’Alba, dopo il rinvio dello scorso novembre a causa di problemi di salute del cantautore italo/albanese.
Un incontro sold out, dove l’artista, vincitore insieme a Fabrizio Moro nell’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Non mi avete fatto niente”, dialogando con Paola Farinetti ha parlato dell’importanza della parola nella sua scrittura.
“Devo dire che Pirandello è sempre stato uno dei miei autori preferiti – ha confessato – ma ai tempi della scuola mi piaceva molto anche D’Annunzio, mi piaceva molto il suo modo di descrivere i dettagli. E dire che, a scuola, i professori mi sgridavano perchè abusavo delle metafore…” Quindi una riflessione sulla parola “successo” “Dei guanti bellissimi che coprono delle mani piene di calli, questo è il successo – afferma – esiste però quello che genera, che è la soddisfazione di aver creduto in qualcosa, qualunque cosa essa sia, dal diventare un musicista all’aprire un’attività, è l’impegno che ci metti nel fare una cosa. Il successo non ha a che fare con ciò che la gente vede, il successo è quello che hai messo per realizzare cosa avevi in testa, perchè alla fine il successo è un’idea, è vedere qualcosa in un punto in cui nessuno ci vede nulla, o magari qualcuno insieme a te, ma siete troppo pochi. Sono i 300 delle Termopili contro l’esercito di Serse, sono morti tutti ma hanno avuto successo, perchè una cicatrice nella storia l’hanno lasciata”.
E ovviamente non è mancata la musica, quella raccontata, ripercorrendo il suo percorso dallo “strimpellare” allo scrivere i primi brani che lo hanno portato non solo a trionfare a Sanremo e a rappresentare l’Italia all’Eurovision Contest, ma anche a collaborare con artisti del calibro di per Emma, Francesco Renga, Marco Mengoni, Francesca Michelin, Giusy Ferreri, Lorenzo Fragola, Patty Pravo, ma soprattutto quella suonata, in una dimensione intima, con il solo accompagnamento della sua chitarra acustica e della sua splendida voce, attraverso riproposizioni di brani come “Invecchio”, come “Sperare” composto con il suo vecchio gruppo La Fame di Camilla, e con l’omaggio a Modugno attraverso una toccante rivisitazione de “Amara Terra Mia”.
Le immagini dell’incontro negli scatti e nel Video di Alice Ferrero Image per Ideawebtv.it