Attraverso un convegno svolto nella Sala Giolitti della Provincia, a Cuneo, il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), insieme a Uncem e Anci, ha voluto fare il punto sulla situazione della copertura del segnale Rai sul nostro territorio. In alcune realtà, soprattutto quelle di montagna, il segnale non arriva, un elemento che contribuisce a generare quel digital divide che si sta cercando di abbattere.
Ad aprire l’incontro, dal titolo “Segnale Rai: segnali di speranza?”, dopo i saluti del presidente della Provincia Federico Borgna (“Il diritto all’accesso Rai, e quindi all’informazione, è fondamentale, un argomento molto percepito dalla gente”), è stata l’introduzione del presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis, che ha sottolineato come oggi l’8% della popolazione della Granda non sia raggiunto dal segnale Rai. Seppur quella della nostra provincia sia stata definita la situazione migliore di tutto il Piemonte, in realtà esistono criticità importanti, che si evidenziano soprattutto in alcune zone: emblematico il caso dell’Alta Langa, dove la percentuale sale addirittura al 32%.
“La situazione è molto critica nelle vallate – ha confermato Marco Bussone, presidente nazionale Uncem -. Il problema c’è e purtroppo la politica è un po’ disattenta. Servono proposte e strategie, ma anche risorse, che potrebbero essere prese dai ricavi delle concessioni delle frequenze”. A proposito di politica, l’unica parlamentare presente era Chiara Gribaudo, che ha concordato con Bussone: “Serve una strategia condivisa per lavorare per il processo di ammodernamento delle nostre montagne, altrimenti continueremo a sentire parlare di spopolamento. Noi garantiamo che faremo la nostra parte”.
Crudo e realista l’intervento di Michele Pianetta, vice presidente di Anci Piemonte: “Ci prospettate una situazione positiva, ma non è proprio così. Faccio due esempi: a Vicoforte e Frabosa Sottana non c’è il segnale, e non parliamo certo di due realtà secondarie. Il tema è centrale, ma purtroppo manca l’attenzione da parte del Governo”.
Per la Rai erano presenti Roberto Serafini, Arturo Baglioni e Valerio Santoro della direzione Servizi Broadcast e Gestione Frequenze, ed Ezio Torasso, responsabile Rai Way per il Piemonte. Hanno ammesso la presenza di alcune criticità, assicurando la volontà di eliminarle, ma sottolineando anche che “gli obiettivi che ci erano richiesti come copertura sono stati raggiunti, resterà sempre una piccola percentuale di territori non raggiunti. Per questo chiediamo la segnalazione e la collaborazione di queste realtà, per dare loro il miglior servizio possibile”.
Argomentazioni che non hanno convinto Lido Riba, presidente Uncem Piemonte: “Ho la sensazione che stiamo regredendo. Perché è stato tolto il Tgr Montagne? E’ stata un’operazione indecente, per noi era importante e chiediamo che venga ripristinato. Vorremmo anche l’inserimento di trasmissioni sulle minoranze linguistiche, come previsto per legge. E poi, come è possibile che a Centallo, se accendiamo la radio, sentiamo il tg regionale della Liguria?”. A quest’ultima domanda ha risposto Serafini, spiegando che c’è l’inserimento illegale di stazioni private che interferiscono sul segnale. Sulle altre tematiche non si è espresso, trattandosi di questioni che non riguardano il suo ambito di competenza, quello tecnico.
Sentiamo, ai nostri microfoni, le impressioni del presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis, che ha moderato il convegno.