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Cherasco: il T.A.R. Piemonte respinge tutti i ricorsi relativi alla realizzazione della circonvallazione

Il Sindaco Bogetti «Finalmente mettiamo la parola fine a questo lungo iter giudiziario»

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Il T.A.R. Piemonte, con sentenza n. 66 del 22 gennaio 2019, ha respinto tutti i ricorsi con cui erano stati impugnati gli atti relativi alla complessa procedura volta alla realizzazione dell’opera di circonvallazione dell’abitato di Cherasco. I ricorsi sono stati promossi da tre cittadini cheraschesi, Mauro e Natale Beccaria e Carlo Marenda, oltre che dal Comitato di salvaguardia del territorio cheraschese, costituito nell’aprile 2010.

La circonvallazione di Cherasco rappresenta un’importante e attesa opera stradale che consentirà di eliminare il traffico, soprattutto pesante, dal centro cittadino. Tutt’oggi, nelle strette vie del centro storico, tra gli antichi palazzi, transitano centinaia di camion, mettendo a repentaglio la sicurezza e la salute degli abitanti e dei turisti, nonché causando danni ad immobili di pregio.

La circonvallazione, secondo il progetto approvato, partirà dalla provinciale 12 Fondovalle Tanaro, all’altezza della frazione Isorella, per congiungersi alla provinciale 661 Cherasco-Narzole.

La prima soluzione progettuale, prescelta  nell’ottobre 2002, è stata successivamente modificata e l’attuale progetto, secondo tutti gli Enti coinvolti nell’iter, prevede la realizzazione di un tracciato decisamente migliore rispetto a quello originario, sotto i vari profili ambientale, tecnico ed economico.

Non dello stesso avviso sono stati i ricorrenti. Mauro e Natale Beccaria, imprenditori agricoli, proprietari di terreni che, originariamente, non erano interessati dal tracciato approvato nel 2002. Vengono invece interessati in parte, dal nuovo tracciato predisposto nell’anno 2009. Carlo Marenda è invece proprietario di un terreno agricolo e di un fabbricato rurale che sono posti a circa 200 metri del tracciato, ma non direttamente coinvolti dallo stesso. I Beccaria e Marenda hanno presentato 4 ricorsi al T.A.R., gli ultimi tre unitamente anche al Comitato di salvaguardia del territorio cheraschese. In estrema sintesi, il primo ricorso, del 2009, riguarda gli atti relativi all’approvazione del progetto preliminare dell’opera predisposto dalla Provincia di Cuneo; con il secondo ricorso del 2012 sono stati impugnati gli atti con cui il Comune ha adeguato il Piano Regolatore al progetto preliminare;con il successivo ricorso, promosso nel 2016, è stato richiesto l’annullamento del progetto definitivo approvato, negli anni 2013 e 2016, dalla Provincia, nonché l’autorizzazione paesaggistica e il permesso di costruire. L’ultimo ricorso è del 2017 ed è relativo agli atti di modifica dell’Accordo di Programma tra la Regione, la Provincia e il Comune per la realizzazione dell’opera.

La sentenza del T.A.R., che ha ampiamente accertato la piena legittimità e correttezza dell’operato del Comune e di tutti gli altri Enti coinvolti, ha dichiarato infondate tutte le censure formulate dai ricorrenti, chiarendo, tra l’altro, che: “… la scelta del tracciato della tangenziale è stata oggetto di approfondito studio in sede procedimentale; le ragioni delle decisioni assunte dalle amministrazioni coinvolte sono tutt’altro che  illogiche o irragionevoli…”, come invece asserito ripetutamente, anche con manifesti e lettere, dai ricorrenti. Recita la pronuncia: “Il tracciato originario prescelto nel 2002 … prevedeva un percorso più lungo e tortuoso rispetto ad altre soluzioni, ma era l’unico che consentiva di risolvere il problema costituito dall’interferenza ferroviaria senza la necessità di costruire un viadotto – ritenuto costoso e impattante sul territorio – dal momento che lo scavalco della ferrovia era realizzato facendo passare il tracciato di tangenziale al di sopra della preesistente galleria ferroviaria. Nel 2008, quando si procede alla redazione dello studio di fattibilità dopo la stipula dell’Accordo di Programma, interviene una circostanza nuova che consente di rivedere l’intera progettazione, e cioè l’assenso di RFI all’attraversamento a raso della ferrovia, il che consente di ipotizzare nuovi possibili tracciati, più diretti e senza viadotti, quindi meno impattanti e costosi”. Il T.A.R.ha sottolineato ancora come “il tracciato scelto dall’Amministrazione comporti una minore occupazione di terreni agricoli, rispetto al progetto del 2002”, ritenendo, tra l’altro, infondate anche le contestazioni avanzate dai ricorrenti secondo cui l’opera stradale interferirebbe con colture agricole di pregio in atto in parte dei terreni di loro proprietà, dal momento che non è stata fornita alcuna idonea prova di tale situazione.

«Finalmente mettiamo la parola fine a questo lungo iter giudiziario. – commenta il sindaco Claudio Bogetti – Come ho sempre sostenuto e il T.A.R. ci ha dato ragione il tracciato scelto è quello meno impattante per l’ambiente, non influisce in modo così significativo sul microsistema come volevano far credere i ricorrenti. Capisco parte delle ragioni di queste famiglie la variante interesserà alcuni loro terreni e come amministrazione faremo tutto il possibile affinché vengano giustamente indennizzati, tuttavia c’è un motivo di interesse pubblico che non possiamo ignorare. Ogni giorno il nostro centro storico viene attraversato da centinaia di mezzi pesanti, la situazione non è più tollerabile sia sul fronte della sicurezza, sia per il continuo danneggiamento dei fabbricati storici. Basti pensare a quante volte i mezzi, nell’affrontare l’incrocio davanti al Municipio, hanno sbattuto contro la torre civica, che, pur non essendo pericolante, necessita comunque di un intervento di consolidamento. Sono troppi anni che i cittadini sopportano questa situazione ed ora che il T.A.R. ha messo la parola fine al procedimento, auspichiamo che la Provincia approvi velocemente il progetto esecutivo per poter procedere all’appalto e il tanto atteso avvio del cantiere».   

 

cs