L’Asl CN2, con il patrocinio della Regione Piemonte e in collaborazione con il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DoRS) – Asl TO3, dà il via al progetto “Attenti allo spreco!” per la prevenzione degli sprechi alimentari e la promozione di stili di vita sostenibili.
Il progetto utilizza la metodologia del marketing sociale – che ha come obiettivo principale quello di ottenere benefici sociali attraverso interventi di comunicazione e educazione che sostengano le scelte e i cambiamenti di comportamento da parte delle persone – e prevede una serie di interventi in setting chiave del territorio: luoghi di lavoro, scuola, comunità, famiglia, spazi di aggregazione.
Il progetto è patrocinato da Enti e Istituzioni che, con la loro esperienza e presenza sul territorio, garantiscono quelle sinergie di azione indispensabili ad affrontare i vari risvolti del problema. Asl CN2 e alcuni partners hanno somministrato ai propri dipendenti un questionario – creato in collaborazione con l’Università di Ginevra, facoltà di Medicina – volto a conoscere il grado di percezione dei comportamenti antispreco.
L’elaborazione dei dati rappresenta la fase analitica del marketing sociale, propedeutica per sviluppare in modo mirato le successive azioni. Sono state individuate alcune criticità e “zone grigie” che diverranno il filo conduttore delle future iniziative (formazione sulla corretta lettura delle etichette dei prodotti alimentari, utilizzo save bag nella ristorazione, corretta gestione dell’acqua a livello domestico,ecc).
Al momento – come prima risposta al bisogno formativo e informativo – sul portale ASL, è stata aperta una sezione dedicata al progetto “Attenti allo spreco!”. La pagina, di libero accesso e contenente documenti utili a inquadrare la tematica e resoconti delle attività svolte, sarà costantemente aggiornata per consentirne adeguata fruizione. Il “richiamo” grafico al progetto sul portale Asl è il logo FOOD (in scorrimento sulla home page al n°5) ideato dagli studenti del Liceo artistico Gallizio di Alba.
Questo logo è anche il simbolo del manifesto che verrà diffuso sul territorio, negli spazi che ogni amministrazione comunale riterrà più consoni, oltreché nelle scuole e in ogni altro luogo utile e opportuno. Le azioni saranno concordate tra i soggetti aderenti al progetto: Asl CN2 e Dors-Asl TO3, UNISG Pollenzo, Slow Food – condotte di Alba e Bra, Consorzio Socio-Assistenziale Alba e Servizi Sociali Bra, Rotary – distretti Alba-Bra-Roero, Emporio Solidarietà Alba, Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva. Il punto di forza del progetto risiede proprio nella costruzione di una rete di alleanze che, è bene sottolinearlo, rimane assolutamente “aperta” per garantire una partecipazione ampia e convergente sulle finalità del progetto.
La Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare è stata anche l’occasione per presentare un’iniziativa di cucina del recupero con la partecipazione degli Istituti scolastici del territorio ad indirizzo specifico, e il “lancio” del contest fotografico per gli alunni delle scuole secondarie superiori sul tema dello spreco.
Il tema dello spreco alimentare occupa un posto di primo piano all’interno delle politiche internazionali in materia di sostenibilità dei modelli di produzione e consumo e di promozione di comportamenti e stili di vita etici e consapevoli. Ogni anno, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della quantità totale di cibo prodotto nel mondo viene perso o sprecato. E la situazione non sembra migliorare: secondo le previsioni, entro il 2030 la perdita di cibo e gli sprechi raggiungeranno all’anno 2,1 miliardi di tonnellate per un valore economico di 1.500 miliardi di dollari.
Lo spreco alimentare è un problema non solo economico ma etico, sociale, ambientale. Come dice chiaramente l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, non si può immaginare di affrontare i grandi temi globali come la fame, le disuguaglianze sociali, i cambiamenti climatici e la perdita di integrità biologica del pianeta, senza affrontare contemporaneamente il problema della perdita e dello spreco degli alimenti.
Secondo il Wwf, se fosse possibile recuperare tutti gli alimenti sprecati, si potrebbero sfamare quasi 2 miliardi di persone in tutto il mondo. La Fao, inoltre, segnala che nel 2050 il fabbisogno alimentare potrebbe richiedere un aumento della produzione fino al 70%. Senza sprechi, si potrebbe coprire più di metà di questo fabbisogno.
Oltre alle conseguenze di tipo socio-economico, si aggiungono quelle relative ai danni ambientali: per produrre tutto il cibo che sprechiamo servono più di 250 miliardi di litri d’acqua. Il 30% delle terre viene sfruttato inutilmente, si immettono nell’atmosfera più di 3 miliardi di tonnellate di CO2 e circa l’8% delle emissioni totali di gas serra.
Sappiamo inoltre che, nei Paesi “ricchi”, oltre il 40% dello spreco avviene tra le mura domestiche e deriva dai comportamenti del consumatore, in particolare da scorrette abitudini di spesa (acquisto eccessivo/compulsivo), dalla scarsa attenzione posta alle modalità di conservazione degli alimenti, dalla limitata conoscenza delle informazioni sulla durabilità dei prodotti. Circa il 45% della frutta e della verdura che acquistiamo viene sprecata. A questa segue lo spreco di cereali, soprattutto di pane, latte e derivati ecc.
Nonostante l’entrata in vigore della “Legge Gadda” (n.166/2016) con l’obiettivo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza, in Italia sprechiamo circa 2 milioni di tonnellate di alimenti all’anno; 450.000 in Piemonte con oltre il 45% degli sprechi a livello domestico.
c.s.