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La plastica non riciclabile diventa carburante, ora si realizza il primo impianto industriale con la tecnologia “nata” a Niella Tanaro

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La plastica non riciclabile diventa carburante. L’idea rivoluzionaria (qualcuno lo ricorderà) nel 2013 attirò l’attenzione di “Striscia la notizia”: in visita al primo impianto sperimentale (a Millesimo) arrivò Capitan Ventosa. Una delle anime di quel progetto era Ottavio Colombo, della niellese Artech, che ora annuncia la notizia più importante: «Dopo anni di attesa, finalmente si sta realizzando il primo insediamento produttivo (destinato a durare nel tempo) in provincia di Trento. L’impianto è composto da moduli costruiti e progettati a Millesimo dal nostro partner Demont. Proprio a Millesimo, come detto, era stato creato il primo impianto sperimentale di dimensioni industriali».

Dietro c’è la cosiddetta “tecnologia termocatalitica”. Ottavio Colombo ricorda: «Una decina d’anni fa ne sono venuto a conoscenza casualmente chiacchierando con amici sotto l’ombrellone. In seguito, grazie alla spinta e alla curiosità di mio figlio Corrado furono fatte prove con un piccolissimo convertitore».

Come funzionava? «Immaginate un contenitore ermetico simile ad una pentola a pressione, collegata ad una serpentina raffreddata. La plastica presente all’interno viene miscelata con un apposito catalizzatore e portata alla temperatura di circa 450 gradi. In pochi minuti si riconverte gradualmente in combustibile, evapora e si condensa nella serpentina. Il prodotto è una miscela paraffinica ottima per i motori diesel e più “pulita” perché, per produrre la materia plastica, è necessario eliminare gli inquinanti come lo zolfo ed altri».

Le prime prove diedero ottimi risultati. «Allora in Demont, azienda di Millesimo del settore petrolifero – continua Colombo -, si costruì un impianto di grandi dimensioni, sperimentato sotto il controllo dell’Arpa di Savona che diede ottimi risultati in termini di resa e di inquinamento. Con il successivo servizio di “Striscia la notizia” in tanti vennero a conoscenza del nostro progetto».

Ci sono voluti alcuni anni… «Diciamo che il mondo dei rifiuti plastici si è dimostrato un po’ restio di fronte ad idee nuove, seppure innovative ed ecologiche».

Ottavio Colombo è un innovatore a 360 gradi. Nello sci, si ricorderà l’invenzione dello Ski Master (che negli anni Ottanta lo portò a Telemike) o l’impresa da Guinness dei primati per il record di velocità su uno sci solo. Un vulcano. Con la sua azienda, la Artech, da qualche tempo si è lanciato anche nelle cosiddette energie alternative: di recente è stata inaugurata la centralina idroelettrica in Valcasotto (che ha visto in prima fila il figlio Gianpiero).

Ma come è possibile che siate riusciti, a Niella Tanaro, a contribuire alla soluzione di un problema così importante su scala mondiale come quello dei rifiuti plastici? «Evidentemente era un problema che per essere risolto non aveva bisogno di esperti o ricercatori in un settore specifico, ma di conoscenze medie in più settori in modo da poter curare tutti i dettagli del nuovo processo: chimica, fluodinamica, meccanica, elettro meccanica, sistemi di controllo di processi e poi… un po’ di fantasia e l’aiuto dei miei figli».

Questa tecnologia potrà cambiare il mondo? «Il problema del rifiuti plastici è enorme, tuttavia penso possa dare un grande contributo se i convertitori costeranno poco e potranno, grazie alla ricerca, essere costruiti in dimensioni più piccole e facilmente gestibili. Una trasformazione sul posto senza molti spostamenti. Pensare per esempio alle navi da crociera, che producono grandi quantità di plastica: potrebbe trasformarla direttamente in un impianto a bordo, utilizzandola come carburante per il viaggio».