Con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario dell’opposizione, giovedì 21 febbraio è stato approvato in Consiglio comunale l’ordine del giorno “disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’Interno e l’organizzazione del funzionamento dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
L’ordine del giorno, presentato dal consigliere del gruppo Partito Democratico Pierangela Castellengo insieme ai gruppi consiliari “Alba città per vivere”, “Con Marello per Alba attiva e solidale” ed “Impegno per Alba”, manifesta apertamente dissenso sulla legge dell’1 dicembre 2018 e sollecita sindaco e giunta a chiedere al Parlamento di dare la possibilità a tutti i sindaci dei comuni d’Italia, in quanto garanti dell’ordine e della sicurezza pubblica, di conoscere con certezza il numero dei richiedenti asilo effettivamente presenti sul proprio territorio e di coloro che la legge ha fatto uscire dal sistema di accoglienza, attraverso l’iscrizione all’anagrafe per poter determinare i servizi pubblici e sociali che i comuni hanno l’obbligo di garantire.
L’org chiede inoltre al sindaco e alla giunta di chiedere al Parlamento una modifica alla legge, dando la possibilità di continuare o di istituire possibilità di accoglienza sul modello funzionante Sprar e di chiedere al Governo di convocare e ascoltare il tavolo di concertazione con l’Anci, al fine di valutare le ricadute concrete della legge in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori.
Questo, considerato che, secondo l’org, la legge relativa alla nuova regolamentazione della condizione degli immigrati comporterà notevoli disagi finanziari e di sicurezza pubblica per gli amministratori locali.
Secondo quanto riportato nel documento, gli sbarchi via mare sono in calo. Erano circa 100.000 nel 2017 mentre nel 2018 sono stati poco più di 20.000. La legge prevede l’abrogazione della “protezione umanitaria” e l’introduzione di “permessi speciali”, quasi sempre non rinnovabili e non convertibili col rischio di rendere irregolari circa 140.000 persone esponendole al rischio di povertà estrema, di marginalità e di devianza.
Sempre secondo l’ordine del giorno, la legge taglia drasticamente il sistema di accoglienza pubblico (Sprar) riservandolo unicamente all’accoglienza di minori non accompagnati e titolari di protezione e sostituendolo con il sistema dei Cas (centri di accoglienza straordinaria). I Cas escludono totalmente il coinvolgimento dei comuni, essendo l’accoglienza assegnata direttamente ai gestori dalle prefetture con trattativa privata. Agli immigrati non verrebbe più insegnato l’italiano cancellando così ogni possibilità di inclusione ed integrazione.
Inoltre, si esprime preoccupazione sulla possibile revoca della cittadinanza e sul possibile proliferare di situazioni di illegalità ed intasamento del sistema penitenziario.
Gisella Divino