“Siamo esterrefatti dalle dichiarazioni rese inopportunamente dalla Fillea Cgil, relativamente all’incidente sul lavoro che ha avuto purtroppo una vittima in un cantiere edile”, commenta Elena Lovera, presidente di Ance Cuneo relativamente alla nota divulgata ieri agli organi di stampa a seguito dell’infortunio mortale di un uomo di 65 anni, precipitato dal tetto di un cantiere.
“Stupisce innanzitutto – prosegue il presidente degli imprenditori edili cuneesi – che non si riconosca da parte sindacale che le politiche per la formazione e la sicurezza nel lavoro sia a livello nazionale che a livello locale vengono concertate insieme, datori di lavoro e sindacati di settore, da quarant’anni, attraverso gli enti paritetici (Cassa edile e Scuola edile), in assoluta bilateralità.
E per primi i contratti collettivi di lavoro sono firmati insieme. Se l’accusa è che l’Ente scuola edile, preposto alla formazione, debba rinnovare le sue linee strategiche e operative, siamo disponibili a confrontarci e a ripensare insieme il modello. Ma se Fillea Cgil è a conoscenza di casi specifici di inottemperanza alle norme, ha il dovere di segnalarli nelle sedi opportune, perché in altro caso, le pesanti generiche parole scritte rappresentano unicamente un esempio di pericoloso populismo e bieca diffamazione, contro un settore già duramente provato dalla crisi”.
“Le norme ci sono e vanno rispettate – evidenzia Lovera – le nostre Associazioni di categoria si impegnano da anni a fondo nella diffusione della cultura della sicurezza, che è un qualcosa che va ben oltre la semplice osservanza delle norme: un assoluto dovere. Cercare una ribalta mediatica sfruttando un lutto rappresenta una brutale speculazione. Pensiamo che i lavoratori apprezzerebbero che il sindacato si battesse per cause concrete: una potrebbe essere abbassare l’età pensionabile per chi opera nel settore. Lavorare in un cantiere è molto faticoso e far rientrare gli edili in una categoria speciale porterebbe positivi risultati anche in termini di sicurezza”.
c.s.