Il fondo “Piemonte C.A.S.E.” ha all’attivo i progetti realizzati a Cuneo, Fossano e Asti (che raddoppia)
Facciamo un riassuntino attingendo da un articolo di “IDEA” di quasi due anni fa.
La sigla Sgr sta per “società di gestione del risparmio”.
Sono realtà che mirano a ottimizzare i rendimenti dei patrimoni immobiliari attraverso lo strumento “fondo”, in pratica a far guadagnare il più possibile agli investitori, com’è giusto che sia per chi desidera far fruttare al meglio gli investimenti nel settore.
Però nel caso di REAM SGR (Real Estate Asset Management), con sede a Torino, l’obiettivo primario non è questo.
Va da sé che anche questa società debba salvaguardare i capitali affidatile, nonché finanziarsi, e che, quindi, per una fetta degli interventi da essa effettuati nel settore immobiliare, in cui è specializzata, si adegui ai criteri del mercato e, pertanto, costruisca, venda oppure affitti locali commerciali e appartamenti con l’intento di massimizzare i ricavi.
Ma, a fianco di ciò, ha il compito istituzionale di badare all’aspetto sociale, quindi di calibrare i propri progetti a favore delle fasce della popolazione più in difficoltà, nonché delle associazioni di volontariato e “no-profit” attive in tutto il Piemonte e in Valle d’Aosta, fermo restando che non sono esclusi interventi nel resto della penisola.
REAM SGR, il cui Consiglio d’Amministrazione è presieduto da Giovanni Quaglia, ha un’altra particolarità che la rende unica e che ne spiega la “mission”: è la sola società di gestione del risparmio italiana a essere partecipata solo da fondazioni di origine bancaria.
Gli scopi statutari vengono perseguiti attraverso la gestione di una dozzina di fondi, ciascuno dei quali finalizzato a scopi particolari.
Nella pagine successive parliamo dei fondi “GERAS” e “GERAS 2” che si occupano principalmente di residenze sanitarie assistenziali, agendo nell’àmbito di una questione sempre più esplosiva per la società, come quella dell’inarrestabile invecchiamento della popolazione.
Qui ci soffermiamo sul fondo “Piemonte C.A.S.E.” che, sino a questo momento, ha attuato o sta attivando progetti immobiliari per un investimento complessivo di 110 milioni di euro che, nella pratica, si traducono nei cantieri per la realizzazione di circa mille appartamenti.
Si tratta di un fondo di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso, istituito il 27 luglio 2012, promosso da CDP Investimenti SGR spa per conto del Fondo Investimenti per l’Abitare e dalle fondazioni bancarie azioniste della SGR torinese, e in particolare dalla fondazione “CRT” .
A Cuneo, zona Cerialdo, sono in corso di costruzione 36 appartamenti con acquisizione definitiva da parte del fondo entro luglio, affidati alla cooperativa edilizia “Flavia”, incaricata di essere stazione appaltante e gestore pluriennale degli alloggi.
Nella città degli Acaja, tra viale Vallauri e viale Ambrogio da Fossano, il fondo “Piemonte C.A.S.E.” l’anno scorso ha ultimato le procedure di assegnazione in locazione di 29 appartamenti. La gestione sociale sia dell’immobile che degli inquilini è stata affidata all’associazione “L’arcipelago”, aderente alla fondazione “NoiAltri”.
La nuova realtà abitativa fossanese ha un’ulteriore caratteristica che la contraddistingue e che evidenzia bene i criteri etici che ispirano l’attività di REAM SGR. Coloro i quali hanno avuto in affitto gli alloggi (bilocali, trilocali e quadrilocali), infatti, hanno sottoscritto un formale e cogente atto di impegno che deriva dalla scelta della proprietà dell’immobile di favorire la convivenza tra le persone che vi risiedono secondo il concetto di “co-abitare”, dell’inclusione, della reciprocità intergenerazionale, della condivisione e dell’accoglienza.
Ad Asti, in via Guido Ginella (ex piazza d’Armi), fin dal 2016 il fondo “Piemonte C.A.S.E.” è proprietario di un immobile costituito da 72 appartamenti destinati alla locazione calmierata di lungo periodo. La gestione sociale dell’immobile e degli inquilini è stata affidata alla cooperativa “InCoop casa” di Asti, aderente a Confcooperative.
Nello spazio adiacente in estate aprirà il cantiere per la costruzione di altri 72 alloggi.
I destinatari dell’“housing sociale” appartengono alla cosiddetta “zona grigia” della società contemporanea, resa sempre ampia dall’interminabile crisi economica, vale a dire i soggetti che non hanno la possibilità economica di accedere al mercato libero delle abitazioni in affitto o in vendita, ma, allo stesso tempo, non posseggono neppure le caratteristiche di povertà e di disagio tali da permettere loro l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, cioè alle case popolari.
«Il particolare assetto istituzionale della nostra SGR consente di definire le strategie d’investimento con un orizzonte temporale di medio periodo, in linea con il ciclo di vita che caratterizza gli investimenti immobiliari», spiega il presidente, Giovanni Quaglia. «La presenza delle fondazioni bancarie si riflette in modo positivo sia sulla “origination” (l’istruzione di una pratica di investimento, ndr) delle opportunità immobiliari che nel processo di valorizzazione degli “asset”, grazie allo svolgimento dell’attività istituzionale».