Siamo i nativi digitali, ragazzi e ragazze interconnessi con il mondo, ma a volte soli dietro a uno schermo, con il nostro indice che si muove a croce nella ricerca dell’altro.
Arrivare a New York ti permette di immergerti in una società multiculturale dove puoi camminare per ore, fianco a fianco a uomini e donne così diversi, ma probabilmente così uguali nei pensieri, nei sogni e nelle aspettative. Così ci trasformiamo in cittadini del mondo e, prendendo a prestito la nostra bella costituzione, volgiamo il nostro sguardo verso gli altri “con pari dignità sociale”, senza distinzioni di razza, lingua, di religione, né tantomeno “di condizioni personali e sociali”.
In questo contesto New York nasconde in ogni angolo spunti di riflessione su molte problematiche sociali attuali, a partire da Ellis Island, dove si respira l’ansia e la disperazione di tutti quegli immigrati che, attirati dal sogno americano, si scontravano con la dura realtà di poter essere rimandati indietro a causa di malattie, mancanza di denaro o altro, per arrivare agli attacchi dell’undici settembre che hanno provocato la morte indiscriminata di tante persone di etnie o classi sociali differenti.
Visitando il One World Trade Center si passa dal buio delle fondamenta, simbolo del lato oscuro dell’uomo capace di atti così terribili, dove oggi sorgono due vasche commemorative, alla luce del One World Observatory, simbolo della meraviglia che può regalare l’ingegno umano, dove lo sguardo dell’uomo sembra sovrastare anche l’orizzonte.
Questa è stata l’occasione concessa a 7 giovani ragazzi dell’ITIS Delpozzo che, accompagnati dalla loro Insegnante Sabrina Tonello e dal Preside, dr.Ivan Re, hanno avuto la possibilità di aderire alla simulazione del National High School Model United Nation (NHSMUM).
Durante i 6 giorni di permanenza a New York i ragazzi hanno visitato la città e preso parte alla simulazione. Qui ogni scuola rappresentava una nazione (all’ITIS è stata assegnata Grenada) ed ogni alunno doveva rappresentare la nazione nella propria commissione di lavoro (tra le quali SOCHUM, UNEP, OAS, DISEC). Durante le cinque diverse sessioni i ragazzi, insieme a tutti i rappresentanti degli altri stati, si sono confrontati su problematiche attuali e mondiali per arrivare alla stesura di una o più soluzioni al problema trattato.
Ai ragazzi è stato richiesto di sviluppare relazioni diplomatiche, capacità di leardership, di studio e di analisi sulle tematiche affrontate per farsi sì che soluzioni consone alle loro idee potessero essere prese in considerazione dal maggior numero di stati e approvate dal maggior numero di delegati. Durante le sessioni è stato necessario utilizzare un registro linguistico formale, con formule introduttive quali, “fellow delegates” o “dear ladies and gentelmen” che ha fatto da contraltare al registro informale utilizzato per creare nuovi legami e stringere nuove amicizie con ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, come nel ballo dei delegati.
Anche per Presidi e Insegnanti, provenienti da realtà diverse, c’è stata la possibilità di confrontarsi portando la loro esperienza a favore di tutti ed accrescendo le competenze di ognuno, sia nel miglioramento degli apprendimenti che nello sviluppo di progetti di cittadinanza con scuole di altre nazioni.
I ragazzi insieme ai loro insegnanti hanno anche visitato la New Dorp High School: qui ogni ragazzo è stato accolto da un altro studente della scuola americana e insieme hanno visitato la scuola e condiviso una mattinata. I professori hanno effettuato un tour guidato ai laboratori di informatica, fisica, criminologia, teatro, sartoria e visitato la biblioteca e l’area relax.
Gli ultimi giorni sono stati trascorsi dal gruppo a Washington dove le giornate sono state dedicate alla visita dei memoriali tra i quali il Lincoln memorial, del Campidoglio, degli Archivi Nazionali e di importanti musei tra cui quello relativo alle missioni nello spazio. Gli studenti hanno anche assistito ad una partita di NBA dove hanno potuto vivere sulla loro pelle un altro modo di pensare lo sport. Hanno infatti preso parte ad un vero e proprio show, più che ad una partita di basket, dove ogni tempo morto era riempito con spettacoli e giochi che permettessero a tutto il pubblico di essere coinvolto e partecipare nella grande festa che stava andando in scena davanti ai loro occhi. Un altro modo di vivere lo sport, in cui diffusione di gioia, regole ed ideali di inclusione e fratellanza prendono il sopravvento sulla competizione.
Durante questi dieci giorni i ragazzi hanno avuto modo di condividere moltissimi momenti di felicità, stupore e meraviglia. Hanno dovuto rispettare delle regole di comunità, essere rispettosi, puntuali ed educati in un contesto di gioia, divertimento e fiducia reciproca. In questi giorni i ragazzi hanno potuto conoscersi meglio, instaurare nuove amicizie, rafforzarne di vecchie o arricchirne di già esistenti, creando legami che potrebbero aver dato vita a nuove amicizie e nuove possibilità.