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Vertenza ex lavoratrici Giordano Vini, la situazione è drammatica: Koinè propone il trasferimento nella sede di Brescia (VIDEO)

Nel primo pomeriggio ad Alba, un presidio in piazza del Duomo, seguito da un incontro in Municipio tra dipendenti,ordini sindacali ed i rappresentanti dell'Amministrazione comunale

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Dalle 14.30 del pomeriggio di oggi, martedì 26 marzo le lavoratrici addette al servizio clienti Giordano Vini, a seguito dell’incombente rischio di perdita del proprio posto di lavoro presso la sede di Diano d’Alba, hanno indetto un presidio in piazza del Duomo ad Alba, per poi essere accolte nella sala “Teodoro Bubbio” del Palazzo comunale, dalle autorità amministrative, con le quali le dipendenti hanno chiesto un confronto, in sostegno della situazione tanto drammatica ed opprimente.
Se dapprima la Comdata aveva proposto alle 86 dipendenti una possibile riassunzione, in ottemperanza alla cosiddetta “clausola sociale” prevista dalla normativa in materia di appalti, presso la propria sede di Ivrea distante 150 Km, (soluzione risultata assolutamente inaccettabile in primis per ragioni logistiche e non solo), ora il futuro delle lavoratrici è nuovamente in mano di Koinè, che propone loro di proseguire il rapporto di lavoro decentrandolo presso la propria sede di Brescia.

La proposta di trasferimento, nuovamente impraticabile per le interessate, giunge loro come una spada di Damocle, con lo scarso risultato di vedersi retribuite solo tre settimane di mancato preavviso, quanto cioè previsto per legge per la tardiva presentazione di richiesta di trasferimento.
Con Comdata fuori dai”giochi” e ben presto la stessa Koinè, viene richiamata in causa la Giordano Vini, che fino ad ora si è sottratta a qualsiasi possibilità di confronto.

Durante l’avvicendarsi degli interventi tenuti in municipio, gli ordini sindacali rappresentati da Walter Biancotto – SLC CGIL, Sergio De Salve – FISTEL CISL, Zocchi Giancarlo – FLAI CGIL, Paola Bocconi – RSU CGIL, hanno ribadito:
“Il vero attore, il vero protagonista di questa vicenda è Giordano Vini, e il grave problema si riscontra quando l’uso dell’appalto maschera licenziamenti e diventa uno strumento che va a peggiorare le condizioni di vita delle persone”. E proseguono – “Infatti il paradosso della vicenda Koinè / Comdata è stato questo: chi ha vinto questo pseudo appalto, ma ti dice, «io rispetto la clausola sociale però ti mando a…, subito dopo però ti dice, io ti faccio licenziare e ti riassumo, perchè applico il contratto di riferimento che è quello delle telecomunicazioni, ma nella parte che sono obbligato a rispettare», cioè i minimi tabellari!

Giordano Vini fin’ora si è sottratta a ogni nostra richiesta di confronto, sostenendo che queste lavoratrici non sono sue dipendenti. Eppure parliamo di persone che da anni, in alcuni casi da 20, 30 anni, lavorano ogni giorno per lei, salendo le stesse scale, occupando gli stessi uffici, utilizzando le stesse scrivanie. Ora se ne lava le mani. La verità è che tra la prima esternalizzazione e questo secondo appalto Giordano ci ha confezionato un ‘bel pacchetto’. Un trattamento che giuridicamente ci lascia forse pochi o nessun margine di azione, ma che continueremo comunque a denunciare in quanto espressione di una logica che va fermata. Questo non è il modo responsabile di fare impresa di cui le nostre associazioni industriali si riempiono la bocca ogni giorno, ed un’azienda che vive anche della propria immagine e reputazione dovrebbe volerne tenere conto”.
In conclusione – “E’ fondamentale che ci sia una visione collettiva su un’ azienda del territorio che chiude, che si delocalizza, che si trasferisce, con tutto quello che ne comporta, se vogliamo anche in perdite economiche, per il comune stesso.
Serve capacità da parte del territorio di tenere e fare coesione sociale , per mettere insieme delle coscienze che possano arrivare a rivedere alcuni meccanismi che vanno a toccare la vita dei lavoratori rispetto alle loro normative contrattuali o legislative.
La logica che stanno adoperando va fermata, perchè per come viene adoperata è solo ed esclusivamente un meccanismo che permette all’impresa di svolgere alcuni compiti senza tener conto delle sinergie e del ruolo delle persone che arrivano a non contare più nulla. O li fermiamo insieme oppure questa vicenda Giordano Vini – Koinè non sarà sicuramente l’unica”.
Terminato il confronto nel municipio albese col presidente del Consiglio comunale Roberto Giachino, gli assessori Anna Chiara Cavallotto, Alberto Gatto e Luigi Garassino, le lavoratrici ed i sindacalisti si sono spostati per un secondo confronto nel comune di Diano d’Alba, attesi da Ezio Cardinale alla guida dell’Amministrazione comunale del paese.
Nella giornata di domani, mercoledì 27 marzo, alle ore 15, è invece in calendario un secondo incontro presso l’Assessorato al Lavoro della Regione.

Alcuni momenti dell’incontro, con le video-interviste ai delegati sindacali, realizzate da Alice Ferrero per Ideawebtv.it