Via libera dal Ministero per le Politiche Agricole alla modifica del disciplinare della Nocciola Piemonte Igp che consentirà l’uso della menzione geografica “delle Langhe”.
La dicitura potrà essere inserita sulle confezioni di tutti i prodotti che utilizzano Nocciola Piemonte Igp proveniente esclusivamente da noccioleti localizzati in un’area, tra le province di Cuneo e Asti, che comprende circa 100 comuni (82 nel Cuneese e 20 nell’Astigiano).
La modifica del disciplinare presentata dal Consorzio Nocciola Piemonte Igp riguarda in particolare l’articolo 8 sull’etichettatura: è stata pubblicata lo scorso 20 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale e, trascorsi trenta giorni senza contestazioni, passa adesso al via libera finale di Bruxelles.
«La menzione è una valutazione geografica – spiega l’eurodeputato Alberto Cirio, presidente del Comitato promotore che riunisce le istituzioni del territorio accanto ai produttori -. Una sorta di “cru” per le nocciole come per il vino. È un risultato importante perché ci consente innanzitutto di valorizzare la qualità di cui il nome “Langhe” è sinonimo nel mondo, e di conseguenza di mantenerne il prezzo, distinguendo la nocciola che nasce sulle nostre colline langarole dalla grande massa di nocciole presenti sul mercato. Secondo perché abbiamo finalmente uno strumento giuridico concreto per difendere il nome “Langhe” da chi ne fa uso improprio».
«Siamo soddisfatti – aggiunge la vicepresidente del Consorzio Nocciola Piemonte Igp, Nicoletta Ponchione -. Questo è un importante passo per la difesa non solo di un prodotto ma di un intero territorio. Con l’inserimento ufficiale della dicitura “Langhe” difendiamo in primo luogo un nome che rischiava di essere utilizzato in modo improprio. Inoltre, al termine dell’iter che auspichiamo sia rapido e favorevole, inizierà un percorso di confronto con altre realtà territoriali piemontesi per la valorizzazione del prodotto».
La battaglia era iniziata nel 2016 a seguito dell’introduzione della varietà “Tonda Gentile delle Langhe” (come sinonimo di “Trilobata”) all’interno del Registro vivaistico nazionale approvato dal Ministero per le Politiche Agricole.
Nel maggio del 2018 il Tar del Lazio ha disposto ufficialmente la cancellazione della definizione accogliendo il ricorso presentato da un centinaio di comuni piemontesi, Consorzio Nocciola Piemonte, organizzazioni di Produttori (Piemonte Asprocor e Ascopiemonte) e organizzazioni di categoria (Confagricoltura, Coldiretti, Cia), scesi in campo per difendere un nome che è simbolo d’identità per un intero territorio. L’anno prima, nel 2017, era stata costretta a fare altrettanto anche l’Olanda, dopo la denuncia per uso improprio presentata dal territorio piemontese all’Unione europea.
«Proprio Bruxelles darà adesso il via libera finale alla modifica del disciplinare – prosegue Alberto Cirio –. La menzione è un primo risultato importante, ma è solo l’inizio del percorso. Siamo già al lavoro per una nuova Igp delle Langhe che possa differenziare qualitativamente il prodotto all’interno dell’Igp Piemonte, coinvolgendo altre zone di produzione d’eccellenza del Roero e del Monferrato Unesco».
Su 6.000 ettari di superficie coltivata a Nocciola Piemonte Igp, 4.500 sono nelle Langhe, quindi più del 75%. Senza considerare i produttori che non fanno parte dell’Igp attuale e che in futuro potranno scegliere di aderire alla nuova Indicazione Geografica.
Il territorio di produzione della “Nocciola delle Langhe Igp” potrebbe superare i 5 mila ettari.
Promotore dell’iniziativa il Comitato che riunisce le istituzioni del territorio: il GAL Langhe e Roero, l’Ente Fiera della Nocciola, l’Unione Montana Alta Langa, l’Unione dei Comuni della Langa del Barolo e l’Associazione commercianti albesi, oltre alla Provincia di Asti, e di cui è attuatore il Consorzio Nocciola Piemonte IGP.
Area di produzione per l’utilizzo della menzione “Langhe” all’interno del Disciplinare Nocciola Piemonte Igp
Provincia di Cuneo: Albaretto della Torre, Arguello, Barolo, Belvedere Langhe, Benevello, Bergolo, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Camerana, Camo, Castelletto Uzzone, Castellino Tanaro, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cerretto Langhe, Cigliè, Cissone, Cortemilia, Cossano Belbo, Cravanzana, Diano d’Alba, Dogliani, Feisoglio, Gorzegno, Gottasecca, Grinzane Cavour, Igliano, La Morra, Lequio Berria, Levice, Mango, Marsaglia, Mombarcaro, Monesiglio, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Montezemolo, Murazzano, Neviglie, Niella Belbo, Paroldo, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Prunetto, Roascio, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Sale Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, San Benedetto Belbo, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Serravalle Langhe, Sinio, Somano, Torre Bormida, Torresina, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, Alba, Barbaresco, Bastia Mondovì, Cherasco, Clavesana, Farigliano, Lequio Tanaro, Monchiero, Narzole, Neive, Niella Tanaro, Novello, Castelnuovo di Ceva, Ceva e Priero.
In particolare è stato incluso l’areale geografico situato alla destra orografica del Fiume Tanaro e del torrente Cevetta fino alla confluenza nel Tanaro.
Provincia di Asti: Bubbio, Cassinasco, Castagnole delle Lanze, Castel Boglione, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Montabone, Olmo Gentile, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime, Canelli e Calamandrana. In particolare è stato incluso l’areale geografico situato alla destra del Torrente Belbo.
c.s.