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Pietro Dutto si congeda dal Biathlon: “Si chiude un capitolo sportivo. Pronto ad affrontare nuove sfide”

Dopo 11 anni di professionismo, l'atleta cuneese ha deciso di ritirarsi: "Mi porterò dietro le emozioni e i rapporti interpersonali"

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Foto credit Stefano Jeantet su gentile concessione di Pietro Dutto

Momenti di grande commozione e festa sabato scorso in Val Martello dove Pietro Dutto si è ufficialmente congedato dal mondo del Biathlon, dopo 11 anni di professionismo, al termine della gara, valevole per la staffetta dei Campionati Italiani, chiusa al 4° posto.

Foto credit Stefano Jeantet su gentile concessione di Pietro Dutto

Una decisione ponderata e presa già da alcune settimane, dal portacolori cuneesi delle Fiamme Oro, che ha ricevuto l’abbraccio di tifosi ed ex compagni e colleghi dopo aver tagliato il suo ultimo traguardo da biatleta attivo: “Durante l’ultimo giro della gara di sabato ho rivisto il ‘film’ della mia carriera: – così Pietro Dutto, contattato da IDEAWEBTV.IT – in particolare i momenti che mi hanno portato al professionismo, in cui ho cementato le mie amicizie, sia nel biathlon, che nel fondo e nel ciclismo, quelle amicizie che lo sport mi ha lasciato nel corso degli anni. Alla fine di queste “montagne russe” di risultati, cadute e risalite, rimarranno i rapporti interpersonali e le esperienze, al di là delle medaglie. Spero nel mio piccolo di aver lasciato un buon ricordo a questo sport“.

Sono proprio gli esordi e fasi iniziali della carriera ad aver lasciato maggiormente il segno nei ricordi di Pietro: “Negli anni 90′ il biathlon era uno sport di Serie B, ai quali sono arrivato quasi per caso: lo sci di fondo era un passatempo, che quasi sottovalutavo, così come il biathlon. Poco a poco, però, si è trasformata in una passione e in un’aspirazione di una vita sportiva, portando a questi 11 anni di professionismo“.

Per un personaggio importante cuneese che lascia, nuove leve che crescono: “Lo Sci Club Alpi Marittime sta lavorando molto bene, – l’analisi di Dutto – sia nello sci di fondo, sotto le direttive di Amos Pepino ed Andrea Gola, sia nel biathlon con Roberto Biarese che con le nuove ragazze Ginevra Rocchia e Rachele Fanesi. Hanno un bel vivaio: fra i giovani si stanno esprimendo bene Niccolò Giraudo, Stefano Canavese e Matteo Vegezzi Bossi, con caratteristiche diverse e molto buone per il biathlon. In generale, ci tengo comunque a sottolineare il grande impegno, eclatante, che ci mettono tutti coloro che si approcciano a questo sport, abbinando sin da giovani la scuola, gli allenamenti e le gare, dovendosi spostare per raggiungere le sedi delle gare. Un impegno non solo per gli atleti, ma anche per le loro famiglie, che aiuta a crescere, a fornire dei valori per la vita, nell’organizzare la giornata tipo di uno sportivo-studente“.

A conclusione di questo percorso, doverosa una dedica: “Dedico questi anni alla mia

Foto credit Stefano Jeantet su gentile concessione di Pietro Dutto

famiglia, senza cui non sarei andato da nessuna parte. Ricordo ancora quando mia mamma stava ad aspettarmi in macchina dopo avermi portato agli allenamenti. Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato in questa avventura: non faccio nomi, per evitare di dimenticare qualcuno, ma ci tengo a citare le Fiamme Oro“.

Ed ora, cosa ci sarà nel futuro di Pietro Dutto? “Il mio è un ritiro dal biathlon agonistico, ma non mi allontanerò dal mondo dello sport: mi piacerebbe cercare altre sfide in altre discipline, come atleta, e mi piacerebbe trasmettere ad altri quelle che sono state le mie esperienze”.