Quaglia e Rosboch presentano il loro libro agli studenti dell’Università di Cuneo (FOTO E VIDEO)

Il saggio, dal titolo "La forza della società", si concentra sul ruolo fondamentale dei corpi intermedi. I due autori: "Importante il senso di appartenenza e identità in questo periodo storico"

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E’ stata una mattinata particolare per gli studenti di Economia e Giurisprudenza dell’Università di Cuneo. Non capita tutti i giorni di poter ascoltare la relazione di un uomo come Giovanni Quaglia, professore, per anni presidente della Provincia di Cuneo e attualmente presidente della Fondazione CRT e dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Davanti agli studenti, ha presentato il libro scritto insieme al professor Michele Rosboch dal titolo “La forza della società”.

Ad introdurre gli autori il fondatore e punto di riferimento del Campus di Management ed Economia di Cuneo Giuseppe Tardivo, che ha parlato della funzione anche sociale dell’Università: “Deve contribuire a sviluppare le conoscenze, ma anche a formare cittadini europei, preparandoli al mondo del lavoro. La missione è essere al servizio del territorio, contribuendo alla sua crescita e al suo sviluppo e mettendo al centro la persona, proprio come espresso dal libro di Quaglia e Rosboch”. “E’ un momento importante – ha aggiunto la professoressa Milena Viassone, coordinatrice del Campus di Management ed Economia di Cuneo – che contribuisce a far capire quanto sia fondamentale fare squadra, proprio come ha saputo fare il nostro Campus riuscendo a collaborare e creare sinergie col territorio”. Presente anche il referente della sede di Cuneo dell’Università di Giurisprudenza Alessandro Ciatti: “Questo libro è molto interessante, perché rende semplici cose complicate: ha la capacità di semplificare nel senso più alto del termine, spiegandoci la forza delle comunità intermedie nella nostra società”.

Poi ha preso la parola Giovanni Quaglia: “Il libro assume come idea di fondo una riflessione sulla necessità di rivalutare nella giusta maniera le comunità intermedie ed il ruolo fondamentale che hanno sempre avuto e che continuano ad avere nella società. I corpi intermedi sono luoghi di elaborazione culturale, di confronto e di pensiero. In questo periodo in cui si sta perdendo il senso di appartenenza, si sente forte il desiderio di comunità, di essere parte di qualcosa, un sentimento che non è in conflitto con l’essere cittadini del mondo, anzi. Il confronto con altre identità c’è ed è più facile se esiste un forte senso della propria identità. Tornare a mettere al centro le persone e la società democratica ci può aiutare nelle fasi difficili di passaggio”.

Quindi Quaglia si è concentrato sulla storia e sulla missione delle Fondazioni di origine bancaria, perfetto esempio di corpi intermedi. “Fino al 1990 c’erano le Casse di Risparmio che gestivano il credito e che aiutavano anche il territorio con donazioni. Poi il legislatore decise di separare le due attività, quella bancaria e quella filantropica, e così nacquero le Fondazioni, che si occupano di sostenere e sviluppare il territorio, di dare supporto e creare occasioni di crescita per i giovani, di promuovere la cultura e di aiutare il mondo no profit e il volontariato. Le Fondazioni sono realtà forti ed un interlocutore importante per i territori”.

A scrivere il saggio con Quaglia il professore Michele Rosboch: “Sono stato davvero felice di aver potuto realizzare questo libro, tutto meditato e condiviso, frutto di lunghe chiacchierate tra me e Giovanni Quaglia. Credo che abbia colto nel segno, mettendo il dito nella piaga di un problema che stiamo vivendo, quello di una società che deve riscoprire l’importanza e la centralità delle comunità intermedie, che sono attori della democrazia ed hanno anche il compito di conservare la memoria, un ruolo fondamentale. Inoltre le comunità intermedie hanno la capacità di legittimare le istituzioni politiche: in un periodo in cui si parla di crisi delle istituzioni, non si possono affrontare questi problemi senza ripartire da chi storicamente le istituzioni le ha legittimate”.

Vi proponiamo le interviste a Giovanni Quaglia e Giuseppe Tardivo realizzate al termine della presentazione.