Al Centro Ricerche Ferrero di Alba un convegno medico: “Il PDTA dei tumori del colon retto ano” (VIDEO e FOTO)

Responsabile scientifico del convegno, il chirurgo Vincenzo Adamo

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Questa mattina il Centro Ricerche Ferrero di Alba ha ospitato il convegno medico “Il PDTA dei Tumori del Colon Retto Ano: l’importanza del dialogo tra ospedale e territorio”. Si è trattato di una giornata di confronto articolata in cinque sessioni nel corso delle quali sono state affrontate le tematiche del rapporto dei medici ospedalieri con i medici di Medicina Generale, dei Centri Accoglienza e Servizi (Cas) e dei Gic (Gruppi Unterdisciplinari di cure). Con il Gic è stata anche effettuata una simulazione di quanto avviene all’interno del gruppo. Un’ultima sessione è stata infine dedicata alla delicata tematica del malato terminale.
Il responsabile scientifico del convegno, il chirurgo Vincenzo Adamo, responsabile Gic dei tumori del Colon Retto Ano per l’Asl Cn2 ha dichiarato “L’obiettivo che ci poniamo con questo evento è quello di presentare il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale a tutti poichè è importante che tutti conoscano il tipo di percorso che viene proposto dalla nostra ASL al paziente, abbiamo fatto un enorme sforzo negli ultimi anni alzando il livello di qualità dei servizi di diagnosi e di terapia chirurgica con l’acquisizione di un nuovo robot chirurgico e con l’arricchimento anche delle cure oncologiche. La forza di un ASL non può però prescindere dal legame stretto tra struttura ospedaliera e territorio, il territorio deve conoscere molto bene quello che si fa in ospedale e al tempo stesso l’ospedale deve conoscere le criticità territoriali”.

Il direttore generale dell’Asl CN2 Massimo Veglio ha invece ricordato come “…una volta si facevano convegni dei chirurghi, dei radiologi, degli infermieri…questo è un convegno che mette insieme tutte le persone interessate…psicologi, infermieri professionali, medici di diverse discipline, medici del territorio e associazioni di volontariato cioè i cittadini stessi. Questo è il modo giusto non solo per affrontare i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, ma anche per affrontare le varie azioni organizzative, perchè solo attraverso il coinvolgimento condiviso di tutte le posizioni sanitarie si riuscirà a evitare gli sconquassi che le innovazioni organizzative possono comportare” mentre il dottor Oscar Bertetto, direttore del Dipartimento Funzionale Interaziendale Interregionale Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta ha così illustrato il concetto di rete oncologica “La rete oncologica per i pazienti è l’equivalente delle reti che vengono stese nei circhi sotto i trapezisti. Perchè si stende quella rete? Perchè se il trapezista cade si faccia meno male. Una rete oncologica è fatta perchè se il cittadino va incontro ad un tumore si faccia meno male, abbia più probabilità di guarire, abbia più possibilità di essere curato al meglio. Per poter ottenere questo risultato però la rete deve avere tre caratteristiche: deve essere stesa sotto i trapezisti prima che inizino gli esercizi, quindi la rete oncologica deve essere costruita prima di incontrare il malato di tumore, deve organizzare dei percorsi che siano già pronti quando arriva un cittadino con un tumore. Per poter funzionare la rete non deve avere buchi, quindi non deve avere buchi nè territoriali nè di personale che la compone a livello di medici, infermieri, psicologi…E infine la rete non deve essere rigida ma deve essere elastica, accogliente, quindi non può essere realizzata a tavolino ma costruita realtà per realtà, territorio per territorio”.

Alcuni momenti dell’evento nella fotogallery di Alice Ferrero Image per Ideawebtv.it

Le parole del responsabile scientifico Vincenzo Adamo nel Video di Ideawebtv.it

Il direttore generale dell’Asl CN2 Massimo Veglio parla del nuovo ospedale di Verduno